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Graziani: "Nell''82 traditi da caldo e tensione. Ma lo scudetto non si perse a Cagliari"

Ciccio Graziani, a cui fu annullato un gol dall'arbitro Mattei, ricorda i fatti a 40 anni di distanza: "La partita iniziò anche in ritardo..."

Sono passati 40 anni da quel terzo scudetto sfumato, dal gol annullato a Graziani a Cagliari agli episodi di Catanzaro-Juve. A La Nazione parla così Ciccio Graziani: "Difficile dimenticare. Resta il ricordo di una stagione straordinaria per empatia tra pubblico e squadra.

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Simbiosi che ha permesso a quella squadra di fare un percorso incredibile. Ce la potevamo giocare e lo spareggio sarebbe stato l’epilogo più giusto, per questo è ancora aperta. Lo dico perché eravamo due squadre forti. Loro avevano qualcosa in più; eppure noi eravamo riusciti a creare qualcosa di unico, quasi magico, grazie anche a De Sisti.

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Ci divertivamo come pazzi. Ci guardavamo in faccia pensavamo ’E’ l’anno buono’...". A CAGLIARI. "Eravamo delusi, dispiaciuti perché sapevamo di essere più forti, ma fummo traditi da tensione, caldo e ambiente elettrico. Si respirava una tensione incredibile, da una parte e dall’altra.

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Il Cagliari poi le provò di tutte. I loro dirigenti cercarono in ogni modo di far slittare la partita per aver modo di capire cosa stesse succedendo a Catanzaro. Insomma tensione altissima e si iniziò sei minuti dopo". MEGLIO SECONDI CHE LADRI?

"No, mi sarebbe piaciuto vincere e lasciare ai tifosi della Juve il nostro slogan. Anche perché non avremmo rubato nulla". IL FISCHIO DELL'ARBITRO. "Mattei fischiò solo dopo: ’Datemi il tempo di mettere il fischietto in bocca’, sibilò.

Ma lo scudetto non lo perdemmo lì". Ah no? "Aver regalato per 15 giornate Antognoni, nonostante la bravura di chi subentrò, fu un handicap. Provate a levare a quella Juve Platinì per lo stesso tempo". Ci sarà stato un ricordo bello?

"Il ritorno a Firenze: fummo accolti come dei campioni e fu il riconoscimento più bello".


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