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Gong del mercato: la Fiorentina ne esce rinforzata o no? L'incognita dell'inserimento dei nuovi nella corsa all'Europa

Cassa piena e rivoluzione in attacco: un lungo mercato per la Fiorentina nell'anno in cui torna a giocarsi l'Europa. Ora palla a Italiano

Era iniziata con l'arrivo in anticipo (a titolo definitivo) di Jonathan Ikoné, prima ancora dell'apertura ufficiale. Era continuata con l'acquisto (in prestito con diritto di riscatto) di Krzysztof Piatek, il vice-Vlahovic tanto atteso, prima che lo stesso Dusan lasciasse però a pochi giorni dalla fine con una lunga scia di polemiche.

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Al suo posto la maglia numero 9 è andata sulle spalle di Arthur Cabral, attaccante nel quale la dirigenza ripone le massime speranze per il futuro prossimo. Termina così la sessione invernale di mercato per la Fiorentina. Altro che 'di riparazione', come si diceva un tempo, perché in una Viola in corsa per l'Europa si è trattata quasi di una rivoluzione.

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Senz'altro in attacco, dove c'è stata una cessione illustre al netto di tre arrivi potenzialmente importanti. Ma anche a centrocampo la partenza di Benassi e il prossimo addio di Pulgar (entrambi in prestito, per il cileno si attende l'ufficialità per il passaggio al Galatasaray, ma comunque il mercato in Turchia chiude l'8 febbraio) hanno sfoltito il reparto.

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RINFORZATA O NO? L'ultimo giorno, insomma, si è concluso senza particolari squilli. L'assalto ad Agustin Alvarez, comunque operazione per l'estate, è per il momento fallito: non si è trovato l'accordo soprattutto sulla percentuale sulla futura rivendita (il Peñarol ha tirato la corda e la Fiorentina lo ha - per ora - lasciato andare).

Anche se le 'bombe' erano arrivate prima del weekend. Perché l'onda lunga della cessione di Vlahovic alla Juventus, tra un'operazione 'riuscita' in termini economici ma rischiosa sul piano tecnico, è destinata a durare non poco.

Solo il campo, nelle prossime settimane, potrà placare un malumore che è emerso con forza nella piazza viola negli ultimi giorni. E in tal senso è chiamato ad un altro mezzo 'miracolo' mister Italiano, che già in estate aveva dato nuova identità e per certi versi nuova vita ad una squadra (e a diversi singoli) reduce da annate complicate.

La domanda infatti viene spontanea: la Fiorentina ne esce rinforzata o no da questa sessione di mercato? RIVOLUZIONE ATTACCO. Perché all'inizio la dirigenza si era presa gli applausi di tutti con le operazioni che avevano regalato a Italiano prima Ikoné e poi Piatek, due necessità del tecnico fin dall'estate (ovvero un esterno in più e un altro centravanti per dare competizione interna anche al centro dell'attacco).

Il primo giocatore di grande prospettiva pagato anche una cifra relativamente contenuta viste caratteristiche e curriculum, il secondo preso con un'operazione intelligente per un calciatore che ha 'fame' di rivincita. Poi nell'ultima settimana è esploso in tutta la sua forza il caso-Vlahovic, con le parole in diretta tv di Pradè che hanno di fatto ufficialmente messo in vendita subito il capocannoniere del campionato aprendo alla cessione-record alla Juve.

Lì è cambiato tutto, anche se Arthur Cabral nei numeri (registrati in Svizzera, ma comunque ottimi) può certo raccogliere lo scettro di Dusan. Lo farà da subito? Difficile dirlo, perché spesso i tempi di adattamento di chi viene da un campionato straniero possono non essere immediati.

Lo hanno dimostrato in queste prime settimane anche Ikoné e Piatek, e il fatto che insieme al brasiliano debbano logicamente ancora apprendere i dettami tattici quasi 'maniacali' di Italiano aggiunge un particolare punto interrogativo nella resa immediata di tutti e tre i rinforzi invernali.

IL MAXI INCASSO E LA CLASSIFICA. Insomma, sulla carta – e alla lunga – la Fiorentina potrebbe anche non uscirne indebolita, anzi perfino rafforzata (e con un disavanzo positivo di una quarantina di milioni, magari da investire in estate – insieme alla tranche di Chiesa per altri 40 milioni), ma il (grosso) dubbio per il presente resta.

Perché comunque Vlahovic, senza uscita forzata, sarebbe rimasto (almeno) fino all'estate continuando a macinare gol e gioco per la squadra, garantendo una continuità importante al lavoro portato avanti da Italiano fin da Moena.

E Ikoné e Piatek avrebbero avuto il modo e il tempo di inserirsi con relativa calma. Ora tutto torna in discussione, è evidente. In una stagione, quella che fin qui è stata del rilancio in termini di classifica, che vede la Fiorentina in corsa dopo anni per l'Europa.

RIVALI. Guardando alle rivali in classifica, la Roma si è senza dubbio rinforzata con gli arrivi di Sergio Oliveira e Maitland-Niles fortemente richiesti da Mourinho, così come la Juventus che si è presa il capocannoniere del campionato oltre a Zakaria (pur perdendo Bentancur e Kulusevski), mentre la Lazio ha scelto la via della continuità (anche se Sarri avrebbe voluto ben altro) prendendo solo Kamenovic e Jovane Cabral (in extremis).

Tra quelle che seguono a breve distanza, il Torino ha portato da Juric Ricci, Pellegri e Fares, giocatori pronti, mentre il Verona da Tudor Retsos, Praszelik e Depaoli. Sulla Fiorentina, appunto, c'è il punto interrogativo dei nuovi nella corsa all'Europa. Solo il tempo (e il campo) dirà quanto siano state buone le scelte della società, non solo per il futuro ma anche per il presente.

PAROLA AL CAMPO. Di sicuro ora si tornerà a parlare soprattutto di pallone. Un aspetto in cui bisogna concedere grosso credito a Italiano. Anche se per il tecnico viola già la ripresa non sarà facile, visto che ci sarà subito lo scontro diretto con la Lazio con tutte le incognite di cui sopra.

Con in più i sudamericani che rientreranno solo a ridosso della partita. Da Nico Gonzalez a Martinez Quarta, fino a Torreira che si è appena negativizzato in Uruguay. Con un Pulgar destinato comunque a partire nelle prossime ore e con un Amrabat alla fine rimasto in viola, ma reduce dalla Coppa d'Africa e non ancora rientrato.

Ah, non ci sarà neanche Odriozola, squalificato. Insomma, proprio a livello di campo ci si poteva arrivare sicuramente meglio ad una sfida parecchio importante per la stagione viola.


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