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Gazzetta: Inter, che fine hai fatto? Ottima Viola, gioca meglio e prende un punto

Biraghi salva nel finale, Ikonè murato da Handanovic. Nel primo tempo la Fiorentina non soffre praticamente mai

L’Inter esce tra i fischi, qualche ora prima di finire a -6 dal Milan. Il Napoli è a +3. Oggi la Juve può portarsi a -1 e meditare il sorpasso allo Stadium, il 3 aprile. L’Inter non c’è più, non riparte più: solo 1-1 contro un’ottima Fiorentina che ha giocato meglio.

Sette punti in sette partite, tre sole vittorie nelle dieci partite del ritorno. Quinto pareggio nelle ultime nove, tanti quanti nelle 27 precedenti. Con questo passo non si pensa allo scudetto, scrive La Gazzetta dello Sport.

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POCA INTER. Poco gioco, poche gambe, poca rabbia, attacco nullo. A venti minuti dal termine, sull’1-1, con il disperato bisogno di un gol, Inzaghi ha tolto sia Lautaro che Dzeko. Ok, avevano fatto male, ma non è facile assediare senza una torre, senza un 9 vero, con due attaccanti da corsa, da spazi ampi, Correa e Sanchez, in spazi stretti.

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Inter brutta fin dall’inizio. In questo caso non si tratta di approccio sbagliato, ma di tensione. Si nota a vista d’occhio che i nerazzurri si muovono con le ragnatele del momentaccio addosso che imbrigliano le gambe e i pensieri.

La paura di sbagliare condiziona ogni giocata. Esemplare Dumfries che ha un paio di palloni buoni per tirare o rifinire, ma li stoppa, ci mette un tocco più per guadagnare margini di sicurezza. Mentalmente tutta l’Inter è così.

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Il risultato è un tiro in porta in 45’ tristi, arrivato fortuitamente per una rifinitura di Barella che una carambola devia tra i piedi di Dzeko: Terracciano para (37’). IDEE VIOLA. Alla Fiorentina non sembra vero di aver sofferto così poco in casa dei campioni d’Italia, all’ora del tè.

Ha impegnato un paio di volte Handanovic, ma soprattutto ha creato tre situazioni di pericolo in superiorità che potevano fare molto male ai nerazzurri. Più nitido il piano tattico dei viola. Terzini spesso offensivi, con Gonzalez e Saponara che stringono per liberare i binari e aiutare la manovra.

Torreira molto basso tra i centrali per la costruzione a tre. Degli interni, più basso Castrovilli, aiuto regista, più alto Duncan, per l’incursione e per frenare Barella. A palla persa, due linee strette a cinque e a quattro.

I viola attaccano a folate e riescono spesso a riempire l’area nerazzurra. Succede anche a inizio ripresa, dopo un pericoloso tiro di Vidal. Deliziosa l’imbucata di Castrovilli per Gonzalez che lavora bene la palla e la gira a centro area.

L’attimo che perde Barella è ciò che manca all’Inter di questi tempi: forza nelle gambe, attenzione, reazione... Torreira lo pianta lì e fa gol. BOTTA E RISPOSTA. Lo svantaggio, se non altro, ha un effetto positivo perché strappa le ragnatele della tensione e scaraventa l’Inter all’attacco senza troppe paure.

In cinque minuti pareggia. Proprio Dumfries, che nel primo tempo sembrava frenato, si avventa con tutta la sua potenza sul cross del solito Perisic, sovrasta l’imbambolato Duncan e incorna l’1-1. San Siro si rianima, l’Inter torna a crederci ed attacca, più di nervi che di gioco.

I tre punti appaiono all’orizzonte quando Chiffi indica il dischetto, ma il Var smaschera il finto rigore di Lautaro. A ridosso della mezz’ora Inzaghi decide di inseguire il gol-partita senza i due attaccanti titolari. Fuori Dzeko e Lautaro, dentro Sanchez e Correa.

Una scelta curiosa che però sta per pagare perché al 43’ Correa costruisce per Sanchez che spara a colpo sicuro, ma un ginocchio di Biraghi salva. L’ultimo brivido è viola, perché Handanovic scherma Ikonè tutto solo. I nerazzurri escono tra i fischi, a testa bassa.


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