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Gazzetta: Fiorentina, prova pessima. Il nulla davanti, ripresa sconcertante: l'Europa si complica

La paura per Kean e la prova pessima della squadra: la Fiorentina sembra annoiata da se stessa, non cambia mai ritmo

La paura dura poco, ma rimane dentro. Quando Moise Kean si accascia a centrocampo, il pensiero corre al recente malore di Edoardo Bove, che ieri guardava dalla panchina, e ad altre vicende simili del passato. Per fortuna la situazione è diversa: l’attaccante della Fiorentina sta meglio.

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Il colpo alla testa in uno scontro con Dawidowicz gli ha causato una ferita profonda all’arcata sopraccigliare: Kean ha perso molto sangue, è stato medicato in campo, ha provato a rientrare, ma dopo uno scatto è caduto barcollando.

Immediato l’intervento dello staff medico, ma a tranquillizzare tutti sono stati i lievi movimenti di Moise, che non ha mai perso conoscenza ed è stato portato in ospedale con un’ambulanza. Così scrive La Gazzetta dello Sport.

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FIGURACCIA VIOLA. L’obbligata sostituzione di Kean non può essere un alibi per la Fiorentina, battuta dal Verona al 95’ per un’incertezza difensiva e fino a quel momento salvata soprattutto dalla scarsa convinzione degli avversari, che si sono accorti tardi di poter vincere.

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La prestazione dei viola è stata pessima fin dall’inizio, ma la ripresa è stata sconcertante per il nulla proposto in avanti, la lentezza del gioco, gli spazi concessi nella propria trequarti. La squadra di Palladino è alla terza sconfitta consecutiva: oggi è sesta, ma giovedì sarà raggiunta da Milan e Bologna che recuperano la loro sfida o scavalcata da una delle due. La rincorsa a un piazzamento europeo si sta sensibilmente complicando e, più che la classifica, lo dice ciò che si vede in campo.

La Fiorentina sembra annoiata da se stessa, non cambia mai ritmo, non cerca una giocata. Vive passivamente la partita sperando di risolverla con un’invenzione estemporanea sfruttando magari la vena di Kean, ma è troppo poco. Il Verona per un tempo ha badato soprattutto a non concedere occasioni, poi ha capito che si poteva osare.

E alla fine è stato premiato perché negli ultimi minuti ha insistito penetrando soprattutto sulla fascia destra viola.


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