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Gazzetta: Fiorentina in caduta libera. Palladino non ha più alibi

La lunga notte del tecnico gigliato. Diventa cruciale battere il Lecce stasera

Questa mattina al Viola Park, scrive la Gazzetta dello Sport, Raffaele Palladino farà la conta degli uomini che potrà mandare in campo questa sera al Franchi nella sfida, diventata delicatissima, contro il Lecce. Di sicuro marcano visita Kean, Gudmundsson, Colpani e Richardson e sono in condizioni precarie Adli e Folorunsho.

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Non sono alibi, sono tristi realtà. E va aggiunto che in questa stagione il tecnico di Mugnano può definirsi da questo punto di vista in credito. Ha perso dal 1° dicembre Edoardo Bove, non ha mai praticamente avuto uno dei pezzi più pregiati della collezione, cioè Albert Gudmundsson e ha dovuto gestire un complicato passaggio tra gli uomini della vecchia guardia al capolinea e i tanti nuovi arrivi.

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Le giustificazioni, però, finiscono qui. La Fiorentina, che in autunno aveva stupito vincendo otto partite di fila, dal 1° dicembre piano piano si è smarrita, fino ai flop con Como e Verona. Nelle ultime 12 gare la Viola ha ottenuto la miseria di 11 punti con 13 gol fatti e 18 subiti.

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Ma quel che preoccupa è l'involuzione dal punto di vista del gioco che poggia spesso quasi esclusivamente sul lancio lungo per Moise Kean, l'unico davvero senza macchia in una stagione che arriva al rush finale. Le tre sconfitte di fila qualche turbolenza l'hanno creata.

Si è capito quando dopo otto minuti di conferenza mercoledì Palladino è diventato più teso, ha cercato giustificazioni, ha parlato di «negatività e pessimismo esagerati, la posizione è ottima», ma ha anche ammesso che «se le cose non vanno bene è normale che un club faccia delle valutazioni».

Palladino ha smorzato, spiegando che con il ds Daniele Pradé pranza e si confronta regolarmente. Ma Pradé, quando la Viola lo ha deluso, spesso ha esternato andando giù pesante. Palladino mercoledì ha detto «non mi sento solo», ma la società non lo ha mai pubblicamente difeso evitando le insinuazioni, i dubbi, le dicerie, i passaparola, che in una città umorale come Firenze sono all'ordine del giorno.

Palladino ha risposto col lavoro, su questo non gli si può muovere un appunto, così come gli va riconosciuta la super valorizzazione di Kean diventato un centravanti di alto livello e una certezza azzurra, o, fin quando c'è stato, l'esplosione di Bove.

La squadra non ha mai dato l'impressione di non seguirlo perché il rapporto che il riservatissimo allenatore ha con loro è improntato su fiducia e umanità. Ma da qualche mese alla Viola manca il gioco, la scintilla, la capacità di creare tante occasioni.

E oggi una sconfitta col Lecce porterebbe a riflessioni molto più approfondite. È la lunga notte di Palladino.


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