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Franchi, Pessina esce di scena. L'ultima parola spetta alla soprintendenza speciale

"Il 7 marzo il progetto vincitore", conferma Nardella. A dare l'ok sarà l'architetto Federica Galloni, che disse no a Commisso sulla demolizione dello stadio

Sarà Roma, e non Firenze, a dire l’ultima parola sul Franchi. Spetterà infatti a Federica Galloni, direttore generale del ministero dei Beni Culturali, nonché braccio destro del Ministro Franceschini, dare il via libera al progetto dello stadio di Firenze e dell'area di Campo di Marte.
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Al soprintendente Andrea Pessina invece, al massimo sarà chiesta una consulenza. E neppure vincolante, scrive il Corriere Fiorentino. A ROMA. Con l’arrivo in Italia dei finanziamenti del Pnrr infatti, è stata creata al Ministero una soprintendenza speciale capace di svolgere le funzioni di tutela dei beni culturali e paesaggistici e allo stesso tempo di tagliare tempistiche e lungaggini che potrebbero mettere a rischio la realizzazione dei progetti stessi.

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In più, lo stesso emendamento «sblocca stadi» riconosceva già il potere decisionale agli uffici centrali romani, anziché a quelli locali: «A noi potrà essere chiesta un’istruttoria — conferma il soprintendente Andrea Pessinama la decisione finale spetta agli uffici del ministero.

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Anche per questo certe discussioni recenti mi hanno sorpreso». PROGETTO VINCITORE. La commissione giudicante si riunirà il 2, 3 e 4 marzo e sceglierà il migliore tra gli 8 progetti rimasti: «Il 7 marzo annunceremo il vincitore per il restyling dello stadio Artemio Franchi», ha aggiunto ieri su Instagram il sindaco Nardella, che — per non farsi trovare impreparato qualora Commisso dicesse no all’acquisto dell’area commerciale che sorgerà accanto allo stadio — continua anche a lavorare per ottenere altri fondi europei da usare per la riqualificazione l’intero quartiere di Campo di Marte.

QUEL NO A COMMISSO. Dopodiché, come detto, tutto passerà nelle mani dell’architetto Galloni. La donna che mise paletti precisi a Rocco Commisso: «Lo stadio non si può abbattere», scrisse nella lettera di risposta alla domanda su quali fossero le parti da tutelare dell’impianto.

In quelle righe Galloni ribadì che scale elicoidali, la forma «ad anfiteatro» delle curve, la torre di Maratona e la pensilina che copre la tribuna dovevano considerarsi intoccabili. Tutte cose scritte poi nel bando e dunque chiarissime per i concorrenti: ecco perché Palazzo Vecchio continua ad essere molto fiducioso che per lo stadio si possano rispettare tempi e modi imposti dal Pnrr.


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