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Franchi, aut aut della Fiorentina: intesa entro l'anno. Palazzo Vecchio pensa al piano B

Il gioco complesso dello stadio passa tutto dal cronoprogramma. La Fiorentina dà un ultimatum, il Comune pensa al piano B

La porta resta ancora aperta, ma a breve potrebbe chiudersi del tutto, scrive La Nazione. A sbatterla, nel caso la questione stadio non dovesse sbloccarsi, sarà la Fiorentina che attraverso il direttore generale Alessandro Ferrari ha lanciato un chiaro ultimatum a Palazzo Vecchio: «Se entro dicembre si riesce a siglare un accordo la Fiorentina farà parte del secondo lotto del progetto, però mancano un sacco di informazioni che ancora non abbiamo. E il tempo stringe», ha spiegato a Repubblica. Parole che suonano come un aut aut

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La Fiorentina del resto lo ribadisce da tempo: serve più chiarezza. E stavolta il dg viola pone una scadenza precisa: le risposte attese devono arrivare entro fine anno. Tradotto: il cronoprogramma ancora non definito preoccupa la Fiorentina perché con lo slittamento dei lavori il club non ha grandi garanzie che il cantiere finisca nel 2029, nonostante la promessa verbale della sindaca Sara Funaro. Il club viola vuole vederci chiaro e non ha intenzione di accettare un cronoprogramma ’traballante’. In particolare il club di Rocco Commisso attende una risposta definitiva su cosa il Comune intenda fare per i nuovi spogliatoi sotto la tribuna e vuole avere la certezza della presenza degli spazi commerciali e dei possibili ricavi collegati

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Quando Ferrari dice che anche la Fiorentina deve mandare ancora qualche dato, fa riferimento a un’analisi completa sulle perdite che il club accumulerà negli anni a causa dei cantieri. Una stima era già stata fatta: 7-8 milioni l’anno. Tutto sembra ruotare intorno al cronoprogramma, un documento che sia dettagliato e preciso. Questo è il vero grande scoglio, poi entreranno in gioco tutte le altre questioni. Ovvero: un eventuale sconto sulla concessione, ma anche la possibilità che la Fiorentina vada a giocare in trasferta per sei mesi (in una bozza presentata da Palazzo Vecchio si faceva riferimento alla stagione 2028-29), oltre all’eventualità che la Fiorentina possa entrare in gestione del cantiere nel secondo lotto. 

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Palazzo Vecchio non demorde. Bocche cucite alle dichiarazioni del direttore generale viola, che hanno colto di sorpresa. Ma la volontà non cambia. Il piano A per la copertura finanziaria del secondo lotto del restyling prevede il coinvolgimento di Rocco Commisso che metterebbe risorse proprie (almeno 50-60 milioni) in cambio di uno sconto sulla gestione dell’impianto e di un controllo diretto sul cantiere del secondo lotto. La strada resta in salita e i tempi, come ha ribadito anche Ferrari, si assottigliano sempre di più. Ma è comunque la strada principale che Palazzo Vecchio vuole continuare a percorrere. Se però, a questo punto entro dicembre, l’impegno della Fiorentina non si dovesse concretizzare, il Comune ha pronto un piano B, altrettanto articolato. L’opzione prevede che il Franchi venga selezionato dalla Figc tra i cinque impianti che ospiteranno le partite di Euro2032 e possa dunque intercettare i 25 milioni del fondo ministeriale destinato agli stadi di interesse strategico nazionale. 

Risorse che comunque non sarebbero a fondo perduto ma arriverebbero sotto forma di prestiti. Per gli altri (almeno) 25 milioni di euro, il Comune sarebbe pronto ad accollarsi un mutuo. E in ultima battuta, per coprire la cifra mancante, potrebbe intervenire anche la Regione. Un gioco complesso di incastri che passa prima di tutto dal cronoprogramma


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