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Firenze esplode di rabbia, per Vlahovic e la società. La Digos sotto casa di Dusan

Striscioni (anche eccessivi), sfoghi su siti, social e radio. Un'altra cessione dolorosa dalla Fiorentina alla Juve. I tifosi non ci stanno

Sconcerto, rabbia, livore, eccessi, insomma il copione già visto se la destinazione si chiama Juventus e allora la questione tecnica, perché questa diventa il vero (s)nodo di una squadra che prova a lottare per l’Europa dopo anni e perde a metà stagione un terminale da 17 gol in 21 partite, la questione tecnica si diceva passa in secondo piano per lasciare spazio al veleno di una città e di una tifoseria mai pronta e, forse, adesso davvero stanca di vedere un proprio calciatore (importante) svestire la maglia viola per indossare quella bianconera.

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Così scrive Il Corriere dello Sport - Stadio.

Con una differenza: stavolta i toni sono stati più alti per gli antefatti dei mesi scorsi, per le parole dette e non dette, per le promesse mancate, per il mix di irriconoscenza e sottovalutazione che da queste parti produce un déjà vu così amaro da essere insopportabile.

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Dalla notte tra lunedì e martedì a tutto ieri è stato un rincorrersi di voci e commenti, amplificato dalla sosta del campionato che ha spostato l’enorme carico di pressioni sulla vicenda che covava lì sotto da settimane e che infine è esplosa in un fragore dirompente.

GLI OCCHI DELLA DIGOS.  Firenze si è svegliata male ieri, anzi era già andata a dormire la notte precedente col giramento, una volta capito l’epilogo di una storia che mai ha appassionato e che solo i risultati del campo ottenuti dalla formazione di Italiano avevano tenuto soffocata.

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«Il rispetto non si conquista con i goal. Vlahovic gobbo di m…. », firmato Curva Fiesole. Lo striscione è stato il segnale inequivocabile di una presa di posizione netta e risoluta, comunque nota da tempo, ma tenuta sopita sempre per il bene della Fiorentina: fino all’altra notte.

Il fermento - a contorni delineati - è diventato rabbia e la rabbia in alcuni casi è diventata eccesso deprecabile, perché la notte ha fatto da sfondo ancora per un paio di striscioni (non firmati), stavolta offensivi e minatori che hanno attirato le attenzioni delle autorità di pubblica sicurezza: essendo poi Vlahovic rimasto in città in attesa di riprendere gli allenamenti (prima) e degli sviluppi (adesso), la Digos ha deciso di monitorare la zona intorno all’abitazione dell’attaccante serbo con un pattugliamento discreto ma costante.

 


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