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Firenze contesta, Pioli amareggiato. Ma il tecnico non è in discussione

Pradè conferma la "fiducia illimitata" in Pioli, dopo i cori pesanti dei tifosi all'indirizzo del direttore sportivo

Firenze non perdona. Urla, discute, critica, litiga, si lamenta. Soprattutto fischia. Figuriamoci quando la squadra, che qui è vita, fa due punti in quattro partite,ne perde due in casa e rischia qualcosa anche contro gli ucraini dei Polissya nel playoff di Conference.

Dopo l’1-2 e la figuraccia col Como la contestazione non era neppure quotabile. La parte più calda del tifo si è scatenata, fischiando tutti e anche il ds Daniele Pradé, insultato pesantemente dal popolo viola che è partito col «meritiamo di più» e ha chiuso con il classico «Tirate fuori le p…».

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Così scrive La Gazzetta dello Sport. NON A RISCHIO. Stefano Pioli è consapevole del momentaccio, forse il più amareggiato di tutti. Perché si rende conto che non riesce a incidere. Ha cambiato sempre modulo senza riuscire a produrre nulla.

E non vuol sentire parlare del passato. Il tecnico parmigiano prova a cercare qualche alibi, tipo il «Fallo su Fortini, era punizione per noi e invece l’hanno data a loro che hanno pareggiato». Prova a giustificare un primo tempo in cui era in vantaggio, grazie al solito Mandragora.

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Ma poi si deve arrendere alla cruda realtà: «Non me l’aspettavo. Speravo ci volesse meno tempo. Dobbiamo superare la prima pressione avversaria. E devo trovare le soluzioni. Mi preoccupa quel che sta mancando. Chiaro che poi si crea un ambiente negativo e mi dispiace.

Non ho mai avuto la tentazione di cambiare modulo». Pioli non rischia. Ha un contratto pesante per tre anni. «Fiducia illimitata, è il nostro condottiero», dice Pradé. Ma l’amore non è già quello di luglio.

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