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Fiorentina, crisi in campionato e brivido Conference: serve uno scatto. Altrimenti, rivoluzione

Commisso non può permettersi di uscire agli ottavi di Conference e non entrare in Europa nella prossima stagione. Fallire tutto significherebbe rivoluzione, a partire da Palladino

I numeri parlano chiaro, scrive la Gazzetta dello Sport. Oggi la Fiorentina è fuori dall'Europa. Lo certifica la classifica del campionato di Serie A che, dopo 28 giornate, la vede all'ottavo posto. E il calendario ora è tremendo: domenica al Franchi arriva la Juventus; dopo la sosta c'è l'Atalanta in casa, quindi il Milan in trasferta.

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Ma l'Europa rischia di allontanarsi anche dall'altra sponda, quella della Conference League, il giardino dei Viola da tre anni. Giovedì scorso ad Atene la Fiorentina ha preso tre sberle dal Panathinaikos dei tanti ex italiani segnando due gol.

Quindi è costretta a ribaltare il risultato infliggendo due reti di scarto ai non irresistibili biancoverdi greci del tecnico portoghese Rui Vitoria per non uscire agli ottavi da una competizione in cui l'obiettivo minimo, visto il tabellone, è la semifinale.

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VERSO IL PANA. Palladino è stato chiaro: «È una finale». Per questa "finale" di giovedì ieri il tecnico ha avuto due buone notizie: hanno ripreso a lavorare in gruppo i centrocampisti Adli e Folorunsho che, così, diventano due opzioni in più a gara in corso.

Palladino ha due allenamenti per sciogliere alcuni dubbi, primo tra tutti quello del portiere, visto che all'andata gran parte delle colpe sono ricadute su Pietro Terracciano, scelto come titolare in Conference. L'ambiente chiede per la partita più importante David De Gea.

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E la scelta dovrebbe cadere su di lui. Esperto, maturo, soprattutto sicuro. Psicologicamente non è una partita semplice per Terracciano a cui l'esperienza non manca. Le due finali di Conference le ha giocate lui. Della squadra che ha disputato quelle due sfide sono rimasti anche Dodo e Mandragora, mentre nel 2023 contro il West Ham in campo c'era pure Luca Ranieri, oggi capitano.

TANTI INVESTIMENTI. Questo per dire che la Fiorentina nello scorso mercato estivo ha investito pesantemente prendendo calciatori del calibro di De Gea, Gosens, Pongracic, Gudmundsson, Kean, Colpani, Adli, Cataldi, per citare i più noti e costosi, e aggiungendo nel mercato di riparazione Pablo Marì, Ndour (inutilizzabili in Conference), Fagioli, Folorunsho e Zaniolo.

Tutti o quasi giocatori voluti dal tecnico che ha anche avuto dal club un altro regalo gradito: sono andati via tutti quei ragazzi che avevano avuto poco spazio con Palladino e con i quali ormai c'era reciproca indifferenza. Anche per questo motivo Rocco Commisso, che si era prefisso di migliorare le posizioni della passata stagione, non può uscire agli ottavi della Conference League e non può permettersi di non entrare in Europa nella prossima, considerato che anche l'obiettivo Coppa Italia è già sfumato.

Fallire tutto significherebbe rivoluzione. A partire dalla guida tecnica.


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