Esigenze di bilancio e nuove motivazioni: Milenkovic 'sacrificabile', a patto che venga ben rimpiazzato. Le ambizioni si misurano anche in difesa
Le cessioni dovranno finanziare il mercato, Nikola pronto a salutare dopo 7 anni: come verrà rimpiazzato?
Tre anni dopo, di nuovo la Premier League bussa alla porta di Nikola Milenkovic. Allora, era l'estate 2021, fu il West Ham a provare a prendere il centrale serbo: offerta da circa 15 milioni alla Fiorentina, contratto importante per il difensore che andava in scadenza l'anno dopo.
Ma l'impatto di Vincenzo Italiano sul mondo viola cambiò tutto. Milenkovic diventò uno dei pilastri per il nuovo tecnico, attratto dallo stile di gioco dell'ex Spezia. E allora no all'Inghilterra (anche perché ai tempi Nikola sperava di attirare la stima dei top club), un primo rinnovo annuale e poi il prolungamento fino al 2027 l'anno successivo.
Con un ingaggio parecchio alto, da oltre 3 milioni a stagione. IN BASSA PREMIER. Stavolta è il Nottingham Forest a riprovarci. Un club di bassa classifica in Premier (16° e 17° nelle ultime due stagioni, al ritorno in massima serie dopo 20 anni), ma si sa, le cifre laggiù sono sempre importanti.
Il 'giovane Nikola' nel frattempo ha aggiunto esperienza al suo curriculum, ma non è sbocciato come tutti credevano. Un anno e mezzo non semplicissimo a livello personale, in viola, con tanti alti e bassi. Anche per quel gioco di Italiano, fatto di tanti uno contro uno in campo aperto, che aveva 'stregato' il giocatore ma che a conti fatti ha portato fuori anche errori e limiti.
La Fiorentina, anche per lo stipendio che resta il più alto della rosa viola, può 'sacrificare' Milenkovic all'alba di un nuovo ciclo targato Palladino. La fumata bianca è ad un passo, la cifra più o meno quella che misero sul piatto gli Hammers tre anni fa.
Lo stesso Nikola andrà a guadagnare qualcosa in più rispetto ad ora, misurandosi nel miglior campionato al mondo, trovando magari nuove motivazioni dopo tante avventure in viola. UN OCCHIO AL BILANCIO. Del resto i dirigenti l'hanno fatto capire bene: se ci sarà da fare qualche investimento mirato e giustificato Commisso non si tirerà indietro (e infatti per Kean l'esborso è stato importante, 13 milioni più 5 di bonus, prima di poter incassare da altre cessioni), ma la linea guida del mercato sarà quella degli ultimi anni.
Ovvero, un sostanziale pareggio di bilancio tra entrate e uscite. Un tempo si chiamava autofinanziamento, il concetto cambia poco. Anche perché, come è stato ribadito più volte, alle porte ci sono stagioni in cui gli introiti saranno in diminuzione: il dg Ferrari quantificava in 9-13 milioni annui le perdite per i lavori del Franchi.
Insomma, situazione chiara: con Ikoné che ha messo in stand-by le offerte dal Qatar e Nzola che non ha mercato se non in prestito, il primo 'sacrificato' può concretamente essere Milenkovic. Niente di particolarmente 'scandaloso', specie per il peso a bilancio dello stipendio del serbo (in una strada che pare quella del contenimento dei costi degli stipendi).
Ma bisognerà capire come verrà sostituito. L'AMBIZIONE. Già, la partita alla voce "ambizione", sventolata a più riprese dalla società, si giocherà anche qui. Non solo davanti, dove alla necessità del "grande centravanti" per ora è stato risposto con l'arrivo di Kean, e a centrocampo dove si aspettano i primi innesti.
Anche in difesa bisognerà capire come verrà rimpiazzato uno dei titolari, se davvero si vuole alzare l'asticella. Un Theate, ad esempio, permetterebbe sulla carta l'arrivo di un giocatore di un certo livello (anche se è mancino, i viola cercano ora un piede destro), mentre Logan Costa non è facilmente arrivabile per costi alti (sopra 20 milioni).
E' tornato a circolare il profilo di Pongracic, che pareva ad un passo dal Rennes per 15 milioni. E' stato bloccato Nicolas Valentini per gennaio, i viola tenteranno di anticipare l'operazione ma senza avvicinarsi ai 5 milioni richiesti dal Boca.
In ogni caso, non può essere lui il sostituto di Milenkovic se davvero si vuole ambire ad alzare il livello. Non ci sarebbe da meravigliarsi se la Fiorentina tornasse a bussare in casa Udinese per Jaka Bijol (ottimo il suo Europeo) o Nehuen Perez, entrambi da tempo sui taccuini di Pradè, oppure se, visti i rapporti con la Juventus, non ci possa essere un canale preferenziale per Dean Huijsen, promettente 2005 reduce dal prestito alla Roma.
IL 'PROBLEMA' E' COME SOSTITUIRE. Firenze insomma aspetta le prossime mosse della società, anche se la fiducia non pare essere alta, tanto che anche il dg Ferrari ha chiesto pubblicamente pazienza. Del resto anche nelle ultime sessioni di mercato la Fiorentina ha saputo vendere bene.
Dal dopo Chiesa rappresentato da Callejon al dopo Vlahovic con Piatek e Cabral, si è arrivati alla scorsa estate dove i viola incassarono circa 60 milioni tra Igor, Cabral, Terzic, Zurkowski, Maleh e il prestito di Amrabat. Ma Igor è stato sostituito da Mina (e poi da Comuzzo), Cabral da Nzola (a gennaio Belotti in prestito), Amrabat da Arthur in prestito, gli importanti investimenti per Beltran e Parisi ancora non hanno pagato, così come quelli per Christensen e Infantino.
Il problema, insomma, è stato spesso prendere giocatori funzionali e di rendimento, non tanto vendere. Bisognerà cambiare qualcosa se si vorrà tener fede alla promessa di una "Fiorentina ambiziosa". IL CENTROCAMPO. Palladino intanto aspetta e continua a lavorare.
Oggi partirà la seconda settimana di ritiro, ma anche la prima sgambata con la Primavera ha fatto emergere le tante difficoltà nell'allestire una formazione competitiva. Biraghi e Kayode come 'braccetti' possono essere delle idee ma sembrano più delle situazioni tratte dalla penuria di possibilità, davanti Brekalo è parso difficilmente riattivabile, in mezzo al campo manca parecchio.
In attacco Kouame si sa cosa può dare, ma anche il suo ingaggio (salito a circa 2 milioni) ha già imposto riflessioni in casa viola. A parole Ferrari ha chiuso ad altri interventi a breve in attacco, confermando invece di dover intervenire sul centrocampo (e ci mancherebbe). Vranckx e Thorstvedt sono i nomi più 'caldi', Pessina, Rios e Bove profili per i quali servirebbero investimenti più importanti.
Dopo che negli ultimi anni le chiavi del gioco sono state affidate ai vari Torreira, Amrabat ed Arthur, non è escluso che in mezzo al campo possa arrivare un giocatore importante, di livello internazionale. "Dovremmo fare delle operazioni significative”, ha sottolineato Ferrari parlando di mediana.
Si vedrà, anche perché si torna al punto di partenza: serviranno entrate importanti per finanziare gli esborsi. IN ATTESA DI NICO. E allora l'attenzione si sposta anche sul 'gioiello', in termini di valutazione, di questa Fiorentina.
Nico Gonzalez. "Resterà al 99%", disse Pradè. Certezza non piena perché nel mercato attuale nessuno può essere considerato davvero incedibile. Specie per una società come quella viola. E allora attenzione al post-vittoria della Copa America per l'argentino, che può attirare offerte importanti come quelle già rifiutate a suo tempo (da oltre 40 milioni) sempre dall'Inghilterra.
Non a caso la Fiorentina ha mantenuto i contatti per Colpani e Gudmundsson, ma non solo. Giocatori, però, che per mantenere fede all'ambizione professata dovrebbero arrivare insieme, e non al posto, di uno come Nico, che seppur altalenante resta il miglior giocatore della Fiorentina.
Tra l'altro, l'argentino, pare perfetto anche per l'idea di calcio di Palladino: capace di partire dalla fascia ma bravo ad accentrarsi, inserirsi, segnare. Ma anche giocatore di sostanza e sacrificio per la pressione alta che chiede il neo tecnico viola.
Il futuro di Gonzalez non è così scontato, ma sarebbe un peccato non vederlo all'opera con Palladino.



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