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Ennesima tensione in Lega Calcio: anche la Fiorentina tra i club infastiditi

Due lettere a Gravina, Malagò e Vezzali: l'assemblea aveva trovato un accordo sui temi, ma i toni sono andati oltre. Senza l'avallo dei club

Ennesimo scontro politico e istituzionale ai vertici del calcio italiano. Da una parte la Figc, dall’altra la Lega di Serie A con i club stavolta divisi sui toni più che sui temi.

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Oggetto del contendere “i principi informatori”, cioè le norme in base alle quali la Figc impone che nelle assemblee basti la maggioranza semplice per deliberare su qualsiasi argomento invece del voto favorevole dei tre quarti dell’assemblea come previsto ora.

E come termine ultimo per adeguarsi ha fissato la data di oggi minacciando, in caso contrario, la nomina di un “commissario ad acta” che imponga d’imperio l’adeguamento. Così scrive Tuttosport.

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CORRENTI. In Lega le posizioni sono diverse: c’è la corrente lotitiana, con un seguito di 12 club, largamente e logicamente contraria all’imposizione perché la maggioranza semplice eliminerebbe la possibilità di molti veti sulle delibere; c’è un gruppo di club (che fa capo a Cairo) non pregiudizialmente contrario e in ogni caso disponibile al dialogo con la Figc.

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Molti presidenti, in ogni caso, non hanno apprezzato i toni ultimativi della Figc e nell’assemblea di giovedì scorso i club hanno approvato all’unanimità (dettaglio fondamentale) la redazione di due lettere. La prima da spedire al presidente Gravina per chiedere una dilazione dei termini.

La seconda (che è quella che ha scatenato lo scontro istituzionale) da inviare al sottosegretario allo sport Vezzali e al presidente del Coni, Malagò, per chiedere se un istituzione a carattere privatistico, come è la Lega, sia tenuta ad adeguarsi ai principi federali.

In buona sostanza: la richiesta di un parere istituzionale la cui redazione è stata affidata ai legali di Inter, Verona, Sampdoria e Udinese e il cui invio - attenzione - non era subordinato a un ulteriore passaggio in assemblea.

Nessun atto di imperio da parte di alcuni club che hanno tenuto altri all’oscuro, dunque.

I TONI. E’ invece un fatto che i toni contenuti nella lettera non siano piaciuto ad alcuni club (dal Torino alla Fiorentina, dal Milan al Genoa) che li hanno ritenuti poco rispettosi nei confronti di Gravina.

La Figc ha inteso la lettera come uno sgarbo istituzionale arrivato, peraltro, fuori tempo massimo perché la Lega di A non ha impugnato la delibera quando fu varata dalla stessa Federazione che, quindi, è giuridicamente forte.

Si tratta sullo sfondo di un altro capitolo dell’inesausta lotta tra Lotito e lo stesso presidente Gravina. Una situazione di grande tensione.


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