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Ecco Gudmundsson e la Fiorentina, adesso serve continuità. Quel 4-2-3-1 così affascinante...

Vittoria importante che tiene la Fiorentina a centro classifica agganciata alle avversarie dirette. Adesso serve continuità a cominciare da Empoli

Tre punti fondamentali, di quelli che se ti volti indietro capisci di non averne potuto fare a meno. La Fiorentina riparte contro la Lazio, con una visione un pizzico ottimistica si può pensare anche che la stagione vera dei viola sia cominciata ieri pomeriggio al Franchi.

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Nessuno ha parlato di svolta o trampolino di lancio, ma i segnali sono stati incoraggianti. Le parole della vigilia di Palladino ("Questa settimana ha avuto il valore di un mese di allenamenti") hanno trovato conferma in campo.

Non tanto in un approccio particolarmente esaltante, quanto perché "la squadra adesso è matura anche per poter cambiare sistema di gioco". Concetto espresso dal tecnico stavolta dopo la partita. E forse non è un caso che le cose migliori si siano viste con il vecchio e caro 4-2-3-1.

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Terzini di spinta, più protezione per Ranieri e Comuzzo, ma soprattutto l'inserimento di Gudmundsson, il cui impatto è stato devastante. Con i cambi Palladino ha anche dato coraggio alla squadra. Fuori Biraghi e Quarta, dentro Ranieri e appunto Gudmundsson.

Poi fuori Mandragora e dentro Kouame. Soluzioni offensive cresciute, una bella azione vanificata da un colpo di testa sbagliato di Kean, che però rimane fondamentale nel lavoro che fa in campo e nella grinta che trasmette ai compagni.

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Tutti motivi che spingono a pensare che quella contro la Lazio possa essere stata davvero una svolta. La prima vittoria, l'impatto di Gudmundsson, una squadra in grado di cambiare finalmente pelle a livello tattico e anche un De Gea particolarmente reattivo e finalmente padrone anche nelle uscite.

Ora un'altra settimana di lavoro importante, di quelle che valgono un mese di lavoro. Da questo punto di vista è un bene che la Conference League cominci soltanto a ottobre. La Fiorentina ha bisogno di lavorare, di conoscersi.

Da domani tornerà in campo per preparare una sfida delicata come il derby di Empoli, una delle squadre partite a tutto gas in campionato. Intanto però l'umore è cambiato. Le vittorie portano serenità, tolgono pressioni dalle spalle di tutti.

Ora serve la forza di proseguire su questa strada, anche sul piano tattico. Di gran lunga migliore la Fiorentina della ripresa, anche se Palladino ha sottolineato pure un cambio di atteggiamento ("Eravamo troppo timorosi nel primo tempo, le mezze misure non mi piacciono") e non solo tattico.

Ma quel 4-2-3-1 (diventato a fine ciclo di Italiano un po' troppo prevedibile) con Gudmundsson e Kean è molto più affascinante. L'unico sacrificato, da un certo punto di vista, potrebbe essere Gosens. Ma il terzino ha dimostrato di saperlo fare eccome.


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