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È la coppa delle imprese in trasferta. I ragazzi di Italiano ne vogliono un'altra

Da parte per qualche ora il campionato, adesso testa e cuore sulla Coppa Italia. C'è un'impresa da provare a fare

La Fiorentina ha l’adrenalina a mille per la volatona finale di una stagione per lei straordinaria, scrive stamani La Nazione. E sulla spinta di questa energia favorevole, perfino la semifinale di Coppa Italia in casa della Juve (domani sera all’Allianz Stadium, ore 21) ha un aspetto meno minaccioso, se non praticabile, certamente nell’ambito delle partite in cui bisogna giocare al 110 per cento sperando, anche, che fili tutto liscio.

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Poche imprese in realtà sembrano vietate in partenza a questa Fiorentina, nonostante la sconfitta per 0-1 nella seminfinale di andata (autorete di Venuti nel recupero, dopo una partita gestita con molta personalità dai viola): la squadra di Italiano arriva a Torino con una solida striscia di risultati in campionato (20 punti in 9 partite) e il sesto posto in classifica – con la gara da recuperare contro l’Udinese – è un traguardo parziale che riporta di attualità la qualificazione europea dopo anni magrissimi, se non desolati, o anche di più, in bilico sulla retrocessione.

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Aria davvero nuova e anche l’obiettivo Coppa Italia è sensibilissimo, oltreché perseguito con l’ostinazione di chi ha sempre affidato a questo torneo una delle possibilità per qualificarsi in Europa League, in caso di vittoria finale: la Fiorentina ha dimostrato di crederci anche quando il pronostico le era sfavorevole nei periodi in cui gli alti in campionato si alternavano ai bassi; e in tema di imprese in trasferta, vanno ricordate le vittorie negli ottavi di finale al Maradona contro il Napoli, poi bissata anche in campionato, e il successo nei quarti a Bergamo contro l’Atalanta.

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Senza affezionarsi troppo ai proverbi, Italiano sa bene che il « non c’è due senza tre» sarà essenziale per lo sbarco in finale. (...)


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