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CorFio - Kean vuole fare di tutto per rientrare. Sfida al suo passato, deve migliorare la mira

Aveva stretto i denti per giocare a Mainz, poi l'infortunio e il forfait contro il Genoa e in Nazionale. Ora è pronto a tornare contro la Juve

Chi lo conosce giura di non averlo mai visto così contrariato. Perché Moise Kean è uno che quando si mette in testa qualcosa difficilmente rinuncia e quanto successo di recente ne è forse la miglior dimostrazione possibile. È stato lui infatti, ovviamente col via libera dei dottori, a insistere per volare a Mainz e per giocare (almeno) uno spezzone di gara. Anzi. Fosse stato per lui, sarebbe sceso in campo dall’inizio. Un atteggiamento che testimonia quanto il centravanti viola senta forte su di sé il peso delle responsabilità, scrive il Corriere Fiorentino.

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LO STOP. Poi purtroppo in Germania ha ricevuto una botta là dove accusava già un piccolo ma noioso fastidio, lo stop, l’assenza a Genova e la rinuncia alla Nazionale. Anche questa, particolarmente dolorosa. Moise infatti sente tantissimo la maglia azzurra, ha il Mondiale in cima ai suoi pensieri e la sfida (poi mancata) con Haaland lo stimolava da pazzi. Durante la sosta però terapie, allenamenti personalizzati con carichi via via maggiori con l’obiettivo di cancellare il dolore ed evitare qualsiasi possibile ricaduta.

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LA SCINTILLA CON LA JUVE. Kean punta a essere in gruppo alla ripresa degli allenamenti. Moise per nulla al mondo si sarebbe perso la gara con la «sua» Juventus. Una partita diversa dalle altre nella quale cercherà in tutti i modi di cambiare verso ad una stagione che per lui, come per tutta la Fiorentina, è partita col piede sbagliato. Una questione soprattutto di mira: con 36 tiri totali infatti Kean è secondo in serie A alle spalle di Nico Paz (37) ma, di questi, soltanto 10 hanno centrato lo specchio. Non solo. Con 6 grandi opportunità da gol mancate il viola fa peggio soltanto di Orban del Verona (7) così come il suo «shot conversion rate» (tiri convertiti in rete), pari a 5,6, è tra i peggiori del campionato se paragonato agli altri attaccanti. Ma a volte basta un niente per sbloccarsi: quale occasione migliore se non quella di vendicarsi (come già fatto nella sfida di andata dell’anno scorso) con chi non ha creduto in lui?

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