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CorFio: Così Commisso sceglie il bilancio. I principi possono attendere

Una scelta imprenditoriale, non certo sportiva. Italiano perde a gennaio il suo giocatore più forte. Quell'intervista di Vlahovic e lo scontro cercato dalla società...

"Così Commisso sceglie il bilancio. I principi possono attendere", titola il Corriere Fiorentino.

Una scelta imprenditoriale, non certo sportiva. Una scelta anche legittima, perfino assennata se il calcio fosse fatto solo di bilanci. Basta che, per giustificarla, non si utilizzi la retorica dei valori traditi, dello sfregio alla maglia e della irriconoscenza.

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Meglio i milioni (tanti) «maledetti e subito», che quelli di prospettiva che una qualificazione in Europa — traguardo ora più arduo — regala. L'IMMAGINE DI ROCCO. Con la cessione di Vlahovic alla Juventus, diventa difficile per Rocco Commisso continuare a spendere l’immagine del presidente benefattore a cui tutta Firenze dovrebbe essere grata, né quella del magnate arrivato in Italia perché innamorato del calcio romantico per cui «i soldi non sono un problema» quando c’è da affermare un principio.

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Il volto di questa Fiorentina è ben più cinico, né più né meno di quello di molti altri club che negli ultimi mesi sono stati al centro delle invettive del patron viola. QUELL'INTERVISTA E I TONI ACCESI. La cessione di Vlahovic a gennaio è stata cercata, voluta e quando l’attaccante a inizio gennaio con un’intervista «non autorizzata» aveva rischiato di far saltare in aria i piani («Voglio restare fino a giugno») la comunicazione della società viola si è messa subito in moto per riportare la vicenda sul canovaccio scelto, quello della cessione obbligata causa irriconoscenza del calciatore.

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Ma è stato Commisso, negli ultimi mesi ad esasperare frasi e concetti, a cercare lo scontro. E poco importa che — caso più unico che raro — il suo allenatore dopo aver riportato la piazza a sognare, si ritrovi d’improvviso a gennaio senza il punto di riferimento dell’attacco.

MODELLO DA COMBATTERE (OPPURE NO). La Juventus insieme all’Inter è stata colpita a più riprese negli ultimi mesi da Commisso, con parole forti e, come nel caso dell’intervista al Financial Times, perfino offensive. Quel modello calcistico che il proprietario viola ha scelto di combattere, alla fine (dopo Chiesa) si è preso anche il pezzo più pregiato della Fiorentina con i tempi e i modi desiderati e senza troppe parole.

Il club viola ha pensato a incassare. Dovrebbe capirlo anche chi ha affisso quegli inaccettabili striscioni contro Vlahovic, minacciato e offeso con gli stessi insulti razzisti che erano piovuti dai tifosi dell’Atalanta a novembre.

Allora a Firenze e la società alzarono la voce, stavolta nemmeno un sussurro, una presa di distanza.


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