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Com'è dura la salita: ora si fa sul serio. Gioco e condizione da migliorare: un mese di fuoco

La squadra crede nell'Europa, sarà un mese da dentro o fuori. Sfide contro Roma, Torino, Lazio, Bologna e Juve: saranno decisive?

Ottimisti, e pessimisti. Guelfi, e Ghibellini. Quelli che «come s’è giocato male» e quelli che «contava solo vincere».

Firenze è fatta così. Niente di strano quindi se dopo il successo sul Sassuolo si è scatenato il solito dibattito. «L’Europa? Ci possiamo ancora arrivare — ha detto sabato Bonaventura ma per farlo dobbiamo fare tante vittorie consecutive.

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Servono prestazioni, un po’ di fortuna, e il recupero di qualche giocatore». Poche parole, ma centrate, del leader silenzioso. «Mi piace l’ambizione dei ragazzi — spiegava invece Italiano sappiamo di poter passare momenti non belli ma dobbiamo superarli perché tutti vogliamo ottenere quello che siamo riusciti a conquistare la scorsa stagione».

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La squadra quindi, e non è poco, ci crede. E contro il Sassuolo, pur in una prestazione non esaltante, si è avuta conferma, scrive il Corriere Fiorentino. CALENDARIO DURO. Raramente Italiano aveva rischiato così tanto: Castrovilli, Bonaventura, Saponara, Nico, Ikonè e Kouame tutti insieme.

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Del resto, se davvero si pensa all’Europa, questo è il momento di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Anche perché adesso il calendario si farà duro. Domenica prossima infatti i viola andranno in casa della Roma e, dopo aver ospitato il Torino (agganciato al nono posto) la Fiorentina tornerà nella capitale per sfidare la Lazio.

Quindi il Bologna e, il 12 febbraio, un’altra trasferta da brividi, contro la Juve. Infilare un filotto sarà dura, ma i viola anche in questa stagione con le grandi se la sono quasi sempre giocata. ASSENZE. Per riuscirci però, sarà fondamentale migliorare una condizione fisica apparsa non eccezionale (e non a caso, forse, Italiano ha annullato l’allenamento inizialmente previsto per ieri) e recuperare al 100% non solo Castrovilli e Gonzalez, ma anche Amrabat e Jovic.

Un tema, quello delle assenze, spesso sottovalutato. Come se questa una squadra potesse regalare giocatori come l’argentino, il numero 10, o lo stesso Sottil.


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