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CdS - Orlando: “Ricordo la retrocessione del 1993…Non vedo uno schema o un’idea”

Le parole dell’ex calciatore tra le altre anche della Fiorentina Massimo Orlando sul momento molto delicato dei viola

Parla così al Corriere Dello Sport Stadio l’ex viola Massimo Orlando: “A San Siro? Secondo me è stata una dimostrazione di grandissima difficoltà, perché l’unico pensiero di Pioli era quello di difendersi ripartendo ogni tanto, male.

La squadra non ha gioco. Le partite sono sempre uguali, senza mai un cambio nel gioco e nella velocità”. PIOLI. “Sono stato ingannato, come tutti, dal pensiero generale, che era molto positivo. E credevo che la Fiorentina, avendo già fatto bene con Palladino, potesse fare altrettanto bene con un allenatore d’esperienza come Stefano.

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Credevo che la squadra fosse da quinto/sesto posto, di certo non che lottasse per le zone basse della classifica”. Esonero? “Dicono che Lecce e Genoa saranno le due partite decisive. Se però non dovesse andar bene domenica, non credo che Pioli arrivi a Genova.

Non ho mai parlato male di lui, è un bravissimo allenatore, ma probabilmente non è riuscito a trasmettere quello che pensava a questa squadra. Non è possibile che in nove giornate non si sia visto uno schema, un’idea”. E’ cambiato, diverso?

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“In effetti sì, almeno rispetto a tanti anni fa a Firenze. Ad esempio si è sbilanciato subito sugli obiettivi, sull’impostazione propositiva della squadra, salvo non far vedere niente di tutto questo”. PAURA. “La paura in questo momento fa un brutto scherzo ai giocatori e all’ambiente.

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Con questo tipo di atmosfera fai tanta fatica, è successo anche a me, però questa scusa non regge a lungo. La società ha l’obbligo di porre qualche rimedio”. Retrocessione del 1993? “Non ci dormo la notte. Ricordo tutte le sfide: quell’anno eravamo nel mirino dell’Italia intera, facevano di tutto perché perdessimo le partite.

E avevamo dei giocatori meravigliosi. Succede che alle ultime giornate cominci a guardare il calendario e subentra la paura. Ecco perché dico che la società deve prendere una decisione adesso: se aspetta le ultime gare diventa tutto più difficile.

Anche se capisco che la scelta finale spetti al presidente più che alla dirigenza”.


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