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Biraghi il vicecapocannoniere della Fiorentina con la fascia al braccio

Il capitano viola si è raccontato in una lunga intervista a Radio Bruno: tra passato, presente e futuro

Vicecapocannoniere della Fiorentina con quattro gol: Cristiano Biraghi sta disputando un ottimo campionato. E fare onore alla fascia che porta al braccio è sicuramente una delle cose che più gratificano l’esterno sinistro viola.

L’apparenza - e la sostanza - racconta di un calciatore che va avanti per la propria strada, concedendo poco a sorrisi e compiacimenti di sorta. Ma “sotto” c’è un uomo prima ancora del professionista che vive di emozioni e passioni.

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Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.

BELL’AMBIENTE

«Sono sempre stato me stesso - ha dichiarato a Radio Bruno - mentre quello che è cambiato è il giudizio degli altri, ma essendo una persona equilibrata non mi esalto ora come non mi sono depresso prima. O mi si ama o mi si odia.

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Chiaramente, sono contento che adesso la maggior parte della gente mi ami: ci abbiamo messo un po’ di tempo per capirci, però adesso c’è un bell’ambiente». Si diceva del ruolo da capitano. «Il presidente Commisso dopo la vittoria contro il Genoa ha chiamato me in qualità di referente della squadra e i complimenti che mi ha fatto erano da condividere con tutti i compagni: sono onorato del compito che ho e di indossare questa fascia».

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C’è stato probabilmente un punto di svolta per Biraghi. Il rigore contro il Cagliari, battuto al posto di Vlahovic per sollevare il centravanti da un onere-onore che avrebbe potuto procurargli problemi. «Il gol dal dischetto e il coro della Curva Fiesole hanno rappresentato un momento bellissimo, uno dei più belli vissuti qui a Firenze.

Dovevo prendermi quella responsabilità, non è stata una scelta difficile. Se l’avessi sbagliato non sarebbe cambiato molto per me, preferisco che critichino me piuttosto che i compagni».

OBIETTIVO FINE MAGGIO

Aumentano le aspettative intorno alla Fiorentina e con esse le ambizioni. Biraghi ha le idee chiare. «Se si vincono due partite non voglio sentire parlare d’Europa. Come quando si perde non voglio sentire che siamo scarsi come gli altri anni.

Il 30 maggio si tireranno le somme. Di solito gli obiettivi si mettono ad inizio anno e non credo che l’obiettivo fosse andare in Europa. Se viene saremo felicissimi, ma ancora è presto». Poi, l’attenzione si sposta sul Cagliari.

«Prima di tutto, non sottovalutare la partita. Giocare a Cagliari non è mai facile, loro saranno agguerriti perché hanno una classifica da sistemare e non ci deve interessare se avranno difficoltà a causa delle assenze. Ikoné e Piatek?

Sono acquisti importanti e ci stanno dando una grande mano». Infine, il manifesto che lo rappresenta. «Ritornato dall’Inter, ho sempre detto che non sarei mai voluto andare via da Firenze e nemmeno l’interessamento della Roma è stato un problema.

Penso che qui si sia aperto un ciclo, al di là della classifica e dei risultati, per l’identità della squadra».


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