Bilanci, stadio, frecciate e scelte diverse: Commisso sfida Friedkin, tra Europa e Champions
Sono tra i proprietari più ricchi del calcio europeo, tra punti in comune e caratteri diversi. Domani la sfida all'Olimpico
E' Roma-Fiorentina, ma in qualche modo anche Friedkin contro Commisso. Due dei proprietari più ricchi del calcio europeo. 5,2 miliardi di dollari, secondo l'ultimo aggiornamento Forbes, il patrimonio stimato del patron giallorosso, nato nel 1965 a San Diego ed ereditario del Friedkin Group, con la gestione della Gulf States Toyota Distributors; 7,7, invece, i miliardi di dollari stimati per il presidente viola, che da Marina di Gioiosa Ionica ha costruito il proprio impero negli States grazie a Mediacom.
Due 'paperoni' che stanno provando a rilanciare due club storici del nostro calcio, a risultati alterni. Con punti in comune ma anche con scelte profondamente diverse. BILANCIO E STADIO. Entrambi hanno speso più di 400 milioni di euro dal loro arrivo a Firenze e a Roma.
Commisso tra acquisto del club, gestione, Viola Park e sponsorizzazione diretta della Mediacom, Friedkin anche per ripianare i tanti debiti del club giallorosso. L'ultimo bilancio però va in senso opposto: la Fiorentina ha infatti chiuso con un attivo di 46,8 milioni di euro, anche grazie alle pesanti plusvalenze Chiesa-Vlahovic, la Roma invece, uscita da pochi mesi dalla Borsa, ha registrato uno storico passivo di -219,3 milioni di euro.
Poi la questione stadio: Commisso era arrivato sperando nel restyling del Franchi, dopo l'ipotesi Mercafir aveva 'saggiato' Campi e ora si aspetta di capire il ruolo della Fiorentina nel nuovo Franchi portato avanti dal Comune e dai soldi del PNRR, mentre Friedkin, dopo aver abbandonato il progetto Tor di Valle su cui Pallotta aveva virato da una decina d’anni, sente aria di svolta con il progetto a Pietralata, dove la Roma spera di giocare dal 2026/2027 in uno stadio di proprietà.
STILE DIVERSO E FRECCIATE. I due presidenti hanno poi uno stile profondamente diverso. Estroverso e con alcune dichiarazioni 'vulcaniche' Commisso, poco appariscente invece Friedkin. “Sono venuto a Firenze già 11-12 volte da quando ho comprato la Fiorentina, gli altri proprietari americani non vengono quasi mai”, disse ad agosto 2021 Rocco.
Rimasto in città per tanto tempo a fine 2022 e ora tornato con la ripresa della stagione. Riferimento anche a Dan Friedkin, che ha nel figlio Ryan una figura dal ruolo operativo nel club giallorosso (è vicepresidente esecutivo). “Ho preso una squadra che da sedicesima è arrivata decima nel mio primo anno.
La Roma con i nuovi proprietari ha fatto peggio dell’anno prima”, aveva detto Commisso nella ‘famosa’ conferenza di maggio 2021. Un paragone che aveva attirato diverse reazioni nella Capitale, tra i tifosi e non solo. “Non riesco a smettere di ridere.
È una delle migliori tre conferenze di sempre”, rispose l’ex presidente giallorosso Pallotta, che tempo prima disse che Rocco “voleva la Roma, ma non l’ho mai voluto come socio”. Frecciate qua e là, insomma. La Fiorentina di Commisso lo scorso anno è riuscita a tornare in Europa, mentre la Romaha vinto la prima Conference League a 14 anni di distanza dall'ultimo trofeo.
GESTIONE E MERCATO. Nella Fiorentina, poi, Joe Barone dirige le operazioni viola in Lega Calcio, senza però essere riuscito ad essere eletto come consigliere (con i viola che non sono riusciti a vincere la recente battaglia sullo spalma-debiti), mentre nella RomaDan Friedkin è stato eletto negli scorsi mesi nel comitato esecutivo dell'Eca (Associazione dei club europei).
Diversa, però, soprattutto la gestione del club. Commisso segue tutto, da Firenze o dagli States, "chiamando ogni giorno", come ripete spesso Barone. Lo stesso dg, legato da anni a Rocco, è la figura operativa a Firenze, anche in chiave mercato.
A Roma, oltre ai Friedkin, fin dall'arrivo dei nuovi proprietari c'è stato una rivoluzione societaria, con grande autonomia consegnata a uomini che sono da anni nel mondo del calcio. Il mercato è stato ad esempio affidato a Tiago Pinto, chiamato a tagliare il monte ingaggi (anche per il Fair Play Finanziario) ma anche a tenere alta l'asticella del club.
Così ha risolto la grana Dzeko prendendo l'anno scorso Abraham per 40 milioni (ottima prima stagione, meno finora quella attuale, anche lui 'distratto' dal Mondiale – poi non giocato), ma soprattutto ha portato a Roma uno come Dybala, in scadenza con la Juve.
Con lui anche Wijnaldum dal Psg, però mai impiegato perché infortunato. Pur 'sprecando' anche tanti milioni, dai 30 milioni per Kumbulla ai 18 per Shomurodov, fino ai 13 per Vina. Mentre in casa viola il mercato, nonostante una buona rete scouting e l'arrivo di Burdisso, oltre a Pradè, è gestito quasi sempre in prima persona da Barone, con ultima parola – chiaramente – dello stesso Commisso.
Tanti soldi spesi in avvio, corpose plusvalenze negli ultimi mesi. E scelte dei sostituti tante volte non 'fortunate'. Per questo ora le sirene per Amrabat e soprattutto Gonzalez suonano come degli allarmi per i tifosi. CHAMPIONS E RINCORSA EUROPEA.
Sul campo ora Roma e Fiorentina, lo scorso anno a stretto contatto nella corsa all'Europa, sono distanti 8 punti. Mourinho da una parte, Italiano dall'altra. Le altre scelte che hanno portato Friedkin e Commisso verso due strade diverse: lo 'Special One' da una parte, con tutto ciò che ne consegue nel gioco (non spettacolare, ma con un trofeo in bacheca) e nell'appeal internazionale, un tecnico emergente dall'altra (dopo la burrascosa vicenda Gattuso e gli avvicendamenti Montella-Iachini-Prandelli).
Domani spazio al campo, con un occhio in tribuna. Da una parte l'obiettivo Champions (fondamentale per i conti giallorossi, ma ambizione anche dei viola come disse Barone), dall'altra la rincorsa verso le zone europee. Chi fa il salto?



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