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Belotti conquista il Franchi e mette in ombra Immobile

Il Gallo non segna ma porta a casa una prestazione molto convincente mettendo in ombra il suo collega e amico punta della Lazio

Un assist, un palo, un rigore provocato (e sprecato da Nico) e tanta grinta. A Belotti è mancato solo il gol. Se fosse stato un incontro di pugilato, però, avrebbe vinto comunque senza problemi ai punti la sfida nella sfida con l’amico Immobile.

Scrive il Corriere dello Sport-Stadio. Invece questo personale successo se l’è dovuto sudare molto di più, perché il calcio, si sa, è un’altra cosa. «Vittoria che serve, fa bene al morale, fa bene ancora di più per quello che abbiamo dimostrato, sempre con il pallino del gioco, creando tante occasioni, la loro porta sembrava stregata.

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Però non abbiamo mollato - ha detto Belotti - dopo il primo tempo, tre pali, un’occasione sulla linea, eravamo frustrati. ;a abbiamo fatto un grande primo tempo, abbiamo meritato la vittoria. Il nostro obiettivo? Vedremo a fine stagione».

CIRO

A volte basta un semplice guizzo per cancellare tutto il resto. Ed era stato sufficiente un passaggio fatto bene per consentire a Ciro Immobile di avere inizialmente la meglio. Dopo 45 minuti trascorsi quasi da spettatore, al capitano della Lazio è stata sufficiente un’apertura sulla destra per cambiare il senso della sua prestazione.

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È stata quella per l’accorrente Guendouzi, che a sua volta ha servito al centro Luis Alberto per l’inaspettato 1-0 al Franchi. Non direttamente un gol per Immobile, quindi. E nemmeno un assist. Ma un “semplice” tocco, quello da cui è nata l’azione che ha portato al primo letale tiro in porta della squadra di Sarri, in una gara complicatissima per i biancocelesti, messi letteralmente alle corde dai giocatori di Italiano.

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Una rete che avrebbe potuto tagliare le gambe alla Fiorentina, ma proprio in quel momento di difficoltà Belotti è riuscito ad avviare una rimonta che Ciro nel finale ha visto solo dalla panchina, richiamato da Sarri per lasciare spazio a Castellanos.

STIMOLI

Occorre però fare un passo indietro, ai primi 45 minuti che sembravano raccontare una partita stregata per l’attaccante di Italiano. Una specie di maledizione, contro un’avversaria che non poteva che caricarlo di stimoli supplementari.

L’ultima volta che aveva affrontato la Lazio era stato poco meno di due mesi fa, indossava la maglia della Roma e si giocava la stracittadina di Coppa Italia. Una partita vinta 1-0 dalla squadra biancoceleste (grazie al rigore di Zaccagni) e che aveva visto il Gallo scendere in campo solo nei 9 minuti finali, sufficienti per ricevere in faccia un’esultanza beffarda e provocatoria da Guendouzi.

Scorie da derby e un conto in sospeso che ha provato a saldare da questa nuova prospettiva, con la maglia viola addosso e il numero 20 sulle spalle.

RIVINCITA

Ci ha provato dopo appena 10 minuti con un mancino deviato in angolo, poi al 24’ colpendo il palo (uno dei tre della Fiorentina nella prima frazione) dopo aver anticipato di testa Marusic e infine al 40’ con un altro colpo di testa, sovrastando proprio il “nemico sportivo” Guendouzi, ma vedendo interrompere da Casale la traiettoria indirizzata sul palo opposto.

Il gol di Luis Alberto sembrava l’emblema di una giornata stregata, ma nella ripresa il Gallo ha alzato la cresta, si è allungato il pallone sulla corsia di sinistra e ha sfoderato la versione assist-man permettendo a Kayode di siglare l’1-1.

La sua esultanza rabbiosa e liberatoria dice tanto di quanto ci tenesse. Poco dopo si è anche conquistato un calcio di rigore, fallito da Gonzalez, ma preludio del gol di Bonaventura. Una rete che ha permesso alla Viola di prendere 3 punti.

E a Belotti di vincere pure sul campo la sfida personale con l’amico Ciro.


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