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Barak il risolutore: con lui in campo non è mai finita

Ancora una volta da subentrato e ancora una volta all'ultimo secondo: è il centrocampista ceco l'uomo della provvidenza viola

L’uomo dei recuperi, l’uomo che “mi riscaldo, entro quando le cose si sono messe già male e ci penso io”, anche se chiaramente ad Antonin Barak, ché di lui si parla, non gli dispiacerebbe giocare più spesso e di più, magari dall’inizio.

Come Vincenzo Italiano sa benissimo. «Barak - ha dichiarato il tecnico nel post Maccabi - è un ragazzo che soffre se non gioca con continuità, però dimostra sempre all’allenatore di pensare al bene comune e non a sé stesso. Non è la prima volta che entra e fa gol: è affidabilissimo».

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Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.

IL RISOLUTORE

Appunto. Per questo il centrocampista ceco sa di essere l’uomo giusto per risolvere le situazioni complicate ci crede davvero, anzi ne ha le prove. Era successo nella stagione scorsa in ben altro contesto e ben altra situazione, entrando al 105’ e risolvendo al 129’ (nessun errore: 129) la semifinale di ritorno a Basilea.

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Con il gol del 3-1 che ribaltava l’1-2 subìto a Firenze e consegnava la finale di Conference League alla squadra viola nella sua (di Antonin) Praga. E ci ha riprovato due giorni fa riuscendosi ancora, nel ricordo sì del Basilea e magari anche del Ferencvaros nella fase a gironi, quando con la Fiorentina sotto di due gol era inevitabile che arrivasse il momento di Barak.

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Puntualmente sfruttato dall’ex Verona e Udinese nove minuti dopo il suo ingresso con il gol che dava il via alla rimonta infine completata da Ikoné al 90’. C’è poco da fare, il palcoscenico europeo si addice a Barak (sono 7 le reti in 17 partite complessive di Conference League): stavolta di minuti ce ne sono voluti 14 per lasciare il segno.

Ma al quinto di recupero.


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