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Attaccanti Fiorentina, sempre la stessa storia: male in viola, bene in nazionale

Dzeko e Gudmundsson, gol pesanti e messaggi positivi per Vanoli. Ma ora c’è da ripetersi anche con la Fiorentina.

A Firenze i gol sembrano incepparsi, ma basta varcare il confine perché gli stessi attaccanti tornino a brillare. Come scrive La Nazione, è come se la maglia viola pesasse il doppio e quella della Nazionale, invece, li rendesse improvvisamente leggeri. La doppia velocità degli attaccanti della Fiorentina è un tema che rimbalza da una sosta all’altra.

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La pausa di novembre non ha fatto eccezione: Gudmundsson ha timbrato a Baku contro l’Azerbaigian mentre Dzeko ha firmato una rete dal peso specifico enorme nella sfida di Zenica tra la sua Bosnia e la Romania. Due lampi che raccontano molto del momento delle punte viola, spente in campionato ma rigenerate non appena cambiano aria. 

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Segnali positivi per i diretti interessati ma soprattutto per Paolo Vanoli, che in settimana riaccoglierà a scaglioni tutti i nazionali e dovrà riassemblare un reparto avanzato fragile in attesa del recupero di Kean. E servirà lucidità, perché sabato al Franchi arriva la Juventus e l’attacco viola - appena 9 gol segnati in Serie A - è ad oggi uno dei meno produttivi del torneo. Per questo, a Firenze, si guarda con un certo ottimismo ai numeri raccolti dai propri attaccanti lontano da casa. 

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Gudmundsson, per esempio, sta provando a invertire la tendenza anche in viola: nelle ultime nove gare complessive, tra Fiorentina e Islanda, ha messo insieme sei reti. Eppure la forbice resta ampia: un gol ogni 106’ con la Nazionale, uno ogni 179’ in Serie A. Un rendimento doppio che fa riflettere. Ancora più evidente il caso Dzeko: con la Bosnia segna a ritmo di una rete ogni 85’ mentre in viola la media precipita a un gol ogni 241’. Numeri che non possono lasciare indifferenti né il nuovo staff tecnico né il club, consapevoli che la fragilità offensiva non dipende solo dal momento dei singoli ma da un sistema di gioco che - almeno fino ad oggi - ha faticato a sostenere i propri attaccanti negli ultimi trenta metri di campo.


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