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Una Fiorentina con più qualità: Palladino prepara l’albero di Natale

L’allenatore viola potrebbe passare al 4-3-2-1 con l’islandese e l’argentino dietro a Kean

Come riportato dal Corriere dello Sport, la coppia Gudmundsson - Beltran può essere fatale per le avversarie della Fiorentina, ma perché non lo sia per la squadra viola c’è bisogno di un equilibrio che la partita di Bologna, la prima giocata da islandese e argentino dall’inizio addirittura il 15 dicembre, non ha dimostrato o, perlomeno, sono più i rischi che i benefici dei due insieme.

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Perché così com’è la formazione di Palladino, con mediani Adli e Cataldi che mediani “puri” non sono davvero, non riesce a sostenere la batteria dei trequartisti (Colpani il terzo al Dall’Ara) che appoggia Kean e, gioco-forza, a contenere le ripartenze degli altri una volta perso il pallone.

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Ma non basta certo una gara per buttare via tutto, anzi, a maggior ragione se Gudmundsson e Beltran sono garanzia di qualità. Che fa sempre la differenza. E siccome lo sono c’è un modo per tenerli in campo: il 4-3-2-1 o albero di Natale e non solo perché è periodo.

L’idea nasce dall’esigenza di trovare la prima e più pressante soluzione in assoluto, ovvero il dopo-Bove, per il quale Palladino aveva creato un ruolo ad hoc sulla diagonale di sinistra tra trequarti e centrocampo, lì da dove il 22enne ex Roma sapeva ribaltare il fronte dell'azione con eguale efficacia nei due sensi: il tecnico campano ha fatto le prove a Bologna mettendoci Beltran.

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Un tentativo nella conferma del 4-2-3-1 che non prevedesse due esterni puri (il sacrificato è stato Sottil), bis di quanto fatto per un quarto d’ora contro il Cagliari la settimana precedente, quando Gud ha rilevato proprio Sottil, così Beltran, che era già in campo, è scalato a sinistra per lasciare il centro all’ex Genoa con il solito Colpani sempre a destra.

E Kean (subentrato a Kouame) là davanti. Il 4-3-2-1 è il mezzo migliore per avere gli assist di Gud e Beltran nello stesso momento. Tanto per cominciare, l’argentino si accentra e lascia la fascia sinistra che lo decentra dal gioco e lascia i compiti di arretrare a sostegno di Gosens in cui paga la sua fisicità non eccelsa; Gudmundsson rimane nella sua comfort zone alle spalle di Kean, libero di svariare in orizzontale e in verticale, mentre più di ogni altra cosa il centrocampo si rafforza potendo contare numericamente su un mediano in più.

Cataldi tra Mandragora e Adli, ad esempio, e non manca nulla: ci sono geometria e schermatura del portatore di palla avversario (Cataldi), ci sono interdizione e capacità d’inserimento (Mandagora: vedi il gol al Lask in tandem con Gudmundsson), ci sono verticalizzazione e accelerazioni (Adli), con Richardson pronto per ogni evenienza nel cambio a uno dei tre.

E c’è l’albero di Natale per una Fiorentina di cachemire: non solo in questo periodo.


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