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Ritorno da ex per Ikoné: la legge del Franchi e il pericolo di un Como da big

Domenica il francese ritrova Firenze da avversario: Fabregas prova a rilanciarlo, ma i lariani fanno sul serio dopo un mercato da 105 milioni

Jonathan Ikoné torna al Franchi. Non più con la maglia viola, ma con quella del Como. Domenica, all’ora di pranzo, il talento francese sarà avversario della Fiorentina, come scrive La Repubblica-Firenze, dopo il trasferimento in prestito ai lariani nel mercato di gennaio.

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Operazione da 1 milione, con diritto di riscatto fissato a 8: il legame con Firenze, dunque, non è ancora formalmente chiuso, anche se la sensazione è che l’avventura in viola sia ormai arrivata ai titoli di coda. TALENTO E INCOGNITE.

Arrivato dal Lille nel gennaio 2022 per 15 milioni, Ikoné ha collezionato 138 presenze e 16 gol, ma il rapporto con l’ambiente non è mai davvero decollato. Giocate geniali e lunghi blackout: estro e incostanza hanno spesso fatto disperare i tifosi.

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A Como, Fabregas lavora per rigenerarlo, anche se la concorrenza di Assane Diao e Nico Paz lo limita per ora a spezzoni di gara. Domenica potrebbe partire dalla panchina, ma la "legge dell’ex" è sempre un rischio al Franchi, dove i ritorni spesso regalano sorprese amare.

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COMO PROGETTO AMBIZIOSO. Occhio a non sottovalutare i lariani: la posizione in classifica non racconta tutto. Il Como ha investito 105 milioni in questa stagione, di cui 57 solo a gennaio, piazzandosi dietro solo a Manchester City, Rennes e PSG tra i top spender in Europa.

Sono arrivati talenti come Caqueret (Lione, 15 milioni), Douvikas (Celta, 13) e Diao (Betis, 12). Tentativi clamorosi anche per Theo Hernandez e Rashford: segnali di un club sostenuto da una proprietà ambiziosa e ricchissima, che punta a portare il Como tra le grandi.

VIETATO DISTRARSI. Domenica sarà gara da prendere con le molle. Il Como di Fabregas può sorprendere, e Ikoné – imprevedibile come sempre – rappresenta il classico pericolo da ex. Per la Fiorentina, obbligatorio restare concentrati: il cammino verso l’Europa non ammette passi falsi.


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