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Repubblica: la difesa di Commisso sarebbe stata più solida con un po’ di autocritica

Il commento del quotidiano alle ultime uscite del presidente della Fiorentina in una stagione piuttosto deludente in campionato

Dicono che la partita con la Juve si prepari da sola. Ma non farei troppo affidamento sulle frasi fatte. In campionato non ne gira bene una e il rischio, anche inconscio, di mollare è alto. Il Braga incombe e fa pure un po’ paura, arrivarci con un altro rovescio non farebbe bene a nessuno.

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Giocarsela su tre fronti è una grande occasione di crescita per il gruppo. Anche se è probabile che i frutti si raccoglieranno solo più avanti. E sempre a patto di non commettere troppi errori quando ci sarà da mettere mano alla squadra per correggere i difetti.

Scrive Stefano Cappellini su la Repubblica.

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C’è già stata abbastanza maretta in settimana dopo le parole di patron Rocco sulle contestazioni ai giocatori

Continuo a pensare che Commisso dica talvolta cose giuste con modi e toni sbagliati. Mi pare ormai chiaro, però, che l’uomo è fatto così. Prendere o lasciare. Per ora meglio prendere, direi. Forse non c’era bisogno di parlare di “porcheria” per i cori “fate ridere”, anche sepure le parole della curva andrebbero pesate meglio.

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Un conto è urlare a club e squadra “meritiamo di più”, concetto sacrosanto. Altro conto è il dileggio, sempre sbagliato quando il problema non è l’impegno. In rosa non ci sono Bati, Toldo e Rui Costa e irridere le difficoltà di alcuni calciatori non li trasformerà in uno dei tre.

Anche quando si è addossato le responsabilità delle spese sul mercato Commisso ha fatto giustizia di una ipocrisia. Prendersela con Barone e Pradè non ha senso. E' chiaro che non hanno certo agito alle spalle del patron. Magari, però, una autocritica su alcuni evidenti errori nella costruzione del progetto avrebbe reso più solida la difesa.


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