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Repubblica - Fiorentina, rivoluzione d’inverno: meno esterni e più duttilità

Cinque nuove pedine, otto partenze: il mercato consegna a Palladino una squadra molto diversa. Ecco come giocherà

Come riportato da La Repubblica, 8 uscite, 5 ingressi, nuove idee: la Fiorentina che ha un obiettivo decisamente ambizioso «fare più punti del girone d’andata», ha soluzioni adatte a cambiare pelle. Un esempio? Le linee. Nel senso che rispetto alla predilezione delle linee laterali calpestate dagli esterni, può avere maggiore propensione a giocare fra le linee: quelle avversarie.

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Posizionando dentro al campo un maggior numero di calciatori proprio in virtù delle caratteristiche della rosa modificata. Via Ikoné e Sottil, uomini di fascia, dentro centrocampisti e trequartisti. Da Fagioli a Ndour, passando ovviamente per Zaniolo.

Con Folorunsho che già ha dimostrato la propria utilità fotocopiando Bove in alcuni movimenti, pur avendo propensioni diverse. Agli allenatori non piacciono i numeri e si sentono ingabbiati dai sistemi, ma per renderla semplice quello che è stato un 4-2-3-1 anche se spesso particolare, può tranquillamente trasformarsi in un 4-3-2-1.

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Pensate ad una squadra con Adli (o Cataldi), Fagioli e Folorunsho in mediana e la coppia Gudmundsson-Zaniolo (tanto per fare un esempio) dietro a Kean. Unico vero insostituibile senza se e senza ma della rosa, anche se proprio l’ex Atalanta può giocare in casi estremi come prima punta.

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Due sistemi con 4 difensori che possono diventare intercambiabili ed un vecchio amore. Il 3-4-2-1 visto in quel complicatissimo inizio di stagione ed accantonato per necessità, ma mai abbandonato definitivamente. Che può tornar buono in ogni momento sfruttando la qualità e la quantità dei difensori centrali (da Pongracic a Comuzzo, passando per Ranieri, Pablo Marì e Moreno), le scorribande di Dodo e Gosens sulle fasce, l’imbarazzo della scelta tra centrocampisti e trequartisti.

Tranne poche eccezioni là davanti catalogare un elemento con un solo ruolo diventa impossibile. Gente come Beltran e Zaniolo, Colpani, Ndour o Folorunsho può interscambiarsi al bisogno. È il calcio moderno, quello che i nuovi allenatori chiamano “fluido”.

E bisogna adattarsi.


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