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Quei quattro, interminabili minuti. La rabbia di Ranieri e Gosens, Bove rianimato in ambulanza

Momenti concitati ieri al Franchi, animi tesi per il mancato ingresso dell'ambulanza in campo. Ma c'era il rischio che si impantanasse

La catena umana che si forma immediatamente attorno a Edoardo Bove — di compagni, avversari, arbitri, medici e dirigenti, ma anche tifosi — resiste al colpo più duro: fra lacrime e momenti di lucidità salvifici come quello di Danilo Cataldi, che con le dita sposta la lingua del compagno per evitare il soffocamento; fra attimi di terrore e isteria, imprecazioni per l’ambulanza che non entra sul campo per non perdere aderenza, e preghiere.
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Più di due ore dopo, alle 20.30, quando la Fiorentina è all’ospedale di Careggi e l’Inter sta già lasciando la città, arriva il comunicato del club viola, che fa capire che l’incubo è passato. E il mondo del pallone si scioglie in un abbraccio liberatorio, scrive il Corriere della Sera.

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MINUTI CONCITATI. Succede tutto all’improvviso al minuto 17. Bove è piegato, sembra si stia allacciando una scarpa e quando si rialza, fa due piccoli passi barcollando e va giù di schianto. Calhanoglu e Dumfries, i più vicini al centrocampista, sono i primi a prestare soccorso.

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Inzaghi, nel tentativo di correre in aiuto, scivola. Cataldi fa un gesto fondamentale, spostandogli la lingua. I minuti successivi, poco più di quattro, lunghissimi, eterni, paralizzano i 22 mila del Franchi. Silenzio e paura.

Sul campo si mischiano rabbia e disperazione. Piangono quasi tutti, Colpani, Adli e Dodo con la maglietta sulla faccia. Bastoni fa coraggio al 19enne Comuzzo, che è sconvolto e preferisce non avvicinarsi al muro intorno a Bove.

Barella scuote la testa e si mette le mani tra i capelli. Ranieri, il capitano della Fiorentina, litiga con un operatore, arrivando sino agli spintoni, perché pretende che il soccorso sia più rapido. Accanto a lui c’è Mandragora che fa segno all’ambulanza di entrare in campo per accorciare l’attesa.

Anche Dimarco, come impazzito, fa ampi cenni al mezzo perché non rimanga fermo a bordo campo. Una scelta studiata nel timore che sul prato bagnato le ruote si bloccassero. IN AMBULANZA. Lo stadio applaude quando Bove viene portato via e fischia perché l’ambulanza, con il centrocampista a bordo, non parte.

Gosens è una furia, ma nessuno in quei momenti concitati può sapere cosa stia accadendo all’interno: il giocatore viene rianimato con il defibrillatore.


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