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Priori, cardiologa: “Tornare a giocare? Prima altri controlli, ma in Italia è difficile”

Le parole di Silvia Priori, ordinario di Cardiologia all’Università di Pavia, sulla situazione di Edoardo Bove

Silvia Priori, ordinario di Cardiologia all’Università di Pavia e direttore dell’ambulatorio Malattie genetiche cardiache, Ics Maugeri, Irccs, parla così al Corriere Della Sera su quanto accaduto a Edoardo Bove: Tra le ipotesi sulle cause dell’arresto cardiaco di Edoardo Bove, la più accreditata sembra essere quella da «torsione di punta».

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Di che cosa si tratta? “La torsione di punta è un’aritmia molto rapida che si sviluppa in soggetti affetti da un particolare disturbo dell’attività elettrica del cuore, detto intervallo QT. Alcune persone nascono con un’anomalia genetica che provoca il prolungamento dell’intervallo QT causando una malattia chiamata sindrome del QT lungo.

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In altri, l’intervallo QT prolungato è dovuto a bassi livelli sierici di potassio, a un ritmo cardiaco molto lento o a un farmaco. Spesso, l’intervallo QT prolungato è causato da farmaci usati per trattare le aritmie, ma anche da alcuni antidepressivi e certi farmaci antivirali e antimicotici o anche da integratori”TORNARE A GIOCARE.

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Ci sarà ancora del lavoro da svolgere per identificare la causa dell’arresto cardiaco, se cioè è di origine genetica oppure si è trattato di una situazione accidentale. Se l’intervallo QT risulterà prolungato, sarà necessario eseguire un’analisi genetica, altrimenti bisognerà raccogliere la storia del paziente nelle ore precedenti la partita per capire se sono intervenuti altri fattori”.

Potrà giocare ancora? “Ci sono esempi all’estero di calciatori che hanno ripreso a giocare dopo un arresto cardiaco grazie ad un defibrillatore, cioè un dispositivo che viene posizionato sotto la cute e garantisce la possibilità di interrompere un episodio aritmico prima che causi un arresto cardiaco.

In Italia, in genere, non viene data l’idoneità agonistica in questi casi. Però, le cose potrebbero cambiare”. SCREENING. “Si potrebbe pensare di farlo, dato che questi episodi occorrono con una certa frequenza negli atleti agonisti.

Il test genetico ha un costo modesto e potrebbe quindi identificare precocemente la presenza di una malattia genetica, che predispone a un arresto cardiaco”.


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