×

Luca Mazzoni: “Scosso come nel giorno di Morosini. Almeno per Bove ci sarà un dopo”

Parla Luca Mazzoni, in campo quel giorno del malore che costò la vita a Morosini e scosso domenica nei momenti in cui Bove si è accasciato

Per Federico Dionisi, Andrea Luci e Luca Mazzoni venire a conoscenza del malore accusato da Edoardo Bove è stato come tornare a quel 14 aprile 2012, giorno in cui, alla mezzora di Pescara-Livorno, il loro compagno di squadra Piermario Morosini crollò a terra.

Sarebbe deceduto di lì a breve, a 26 anni appena, a causa di una cardiomiopatia aritmogena. Quel dramma straziante lo vissero in prima persona, essendo in campo, scrive il Corriere Fiorentino: “Ci ha riportato subito alla mente la morte di Piermario.

sponsored

Ci siamo guardati terrorizzati, eravamo scossi, in attesa e con la speranza che giungessero quanto prima notizie confortanti. Una volta appurato che ormai Bove era fuori pericolo, ho provato un senso di liberazione inimmaginabile”, confida Luca Mazzoni, club manager del Livorno, raccontando l’esperienza condivisa con Luci e Dionisi, capitano e bomber della squadra amaranto.

sponsored

MOROSINI. “Ero consapevole che Morosini non si sarebbe più ripreso. I giorni successivi alla sua morte spensi tv e cellulare. E neanche col passare degli anni ho avuto il coraggio di ripercorrere visivamente quei momenti. Quando mi avvicinai a lui, mi resi conto che se n’era già andato.

sponsored

Provai rassegnazione e un senso di vuoto. Ci arrabbiavamo per cose stupide, lui sorrideva, nonostante i ripetuti drammi familiari che lo avevano colpito. Ci diede un grande insegnamento. Per quanto difficile, nel suo ricordo trovammo la forza per salvarci e la stagione seguente, tenendo fede a un patto che avevamo fatto in suo nome, salimmo in serie A: è il nostro eterno compagno di squadra”.

Mazzoni, «simpatizzante viola» per diretta ammissione, non dimentica nemmeno Davide Astori. “La sua morte fu una notizia tremenda per me: non oso immaginare cosa abbia significato per Firenze rivivere quelle scene terrificanti a distanza di pochi anni”.

Ma stavolta con un epilogo diverso. “Almeno per Bove si può parlare di un dopo. Se in campo o no, adesso non importa”.


Lascia un commento