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L'ex ciclista Colbrelli e la telefonata a Bove: "So cosa si prova"

Colbrelli collassò a fine tappa: “L’ex Inter Eriksen mi chiamò e mi aiutò tanto. Ho detto al calciatore ’Se vuoi, sono qua’. Il defibrillatore? La scelta giusta”

Ciao Edo, non ci conosciamo. Ma so cosa stai provando. Conosco quel dolore. Sappi che sei vuoi parlare, ci sono”. Un messaggino su Instagram che neanche 24 ore dopo s’è trasformato in una telefonata piena d’affetto. “Se non ti disturbo ci possiamo sentire?

” chiede Edoardo Bove, calciatore della Fiorentina accasciatosi a terra la scorsa domenica durante Fiorentina-Inter per quella maledetta aritmia che lo ha portato pochi minuti prima dell’arrivo a Careggi all’arresto cardiaco.

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Dall’altra parte della cornetta, ‘il Cobra’, Sonny Colbrelli. Ex ciclista in rampa di lancio che nel marzo ‘22, tagliato il traguardo della prima tappa del giro di Catalogna dopo la volata, affannato, s’è stretto la mano al petto prima di “vedere tutto nero”.

Oggi su quel petto Sonny porta un mini defribrillatore sottocutaneo. Lo stesso dispositivo che nei prossimi giorni verrà impiantato a Bove. Lo stesso impiantato a un altro calciatore, ex Inter, Eriksen, scrive stamani La Nazione che ha realizzato l'intervista all'ex ciclista.

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FILM GIÀ VISTO. “Con un amico ero a bere qualcosa in un pub dove trasmettevano la partita. Al momento del malore di Bove, mi sono bloccato. Mi è salita la pelle d’oca nel vedere quel cordone di ragazzi attorno a lui. Non ce l’ho fatta a continuare a guardare un film già visto, ho lasciato la birra e sono scappato a casa.

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Si era riaperta una ferita troppo dolorosa”. CORAGGIO. “Il giorno dopo ho preso coraggio. Lo stesso che Eriksen ebbe con me quando mi disse: ’Sonny, io sono tornato, provaci anche tu’. Prendo coraggio: ’Edo, sappi che se vuoi parlare ci sono’, scrivo.

Poi mi ha chiamato...”CONTATTO. “Non siamo entrati nel merito, non c’era bisogno. Volevo solo trasmettergli la stessa forza che a me trasmise Eriksen quando ero in un letto d’ospedale a fissare il vuoto. E tranquillizzarlo sulla ‘macchinetta’, dato che la porto da due anni, nonostante il ciclismo e il calcio siano differenti”.


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