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Lazio e Fiorentina, rimpianti e soliti difetti. Ma non ci sono i 4 gol di scarto dell'andata

Fiorentina dominante tatticamente ma come al solito senza colpo ferire: il 4-3-3 di Italiano complica la vita a Sarri. Si riparte da qui

Nell’1-1 dell’Olimpico, tra Lazio e Fiorentina, ci sono talmente tante storie che è difficile stabilire chi sia tornato a casa con più rimpianti e chi invece si è potuto definire soddisfatto.

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Perché se da una parte Vincenzo Italiano non s’è dato pace per quella zampata di Milenkovic stampata sulla traversa al 94’, il rimpianto di Maurizio Sarri è andato sulla totalità di una gara che ha visto una Lazio meno dominante del solito, assai scarica nei singoli, senza mai imprimere ritmo a quelle giocate viste solo pochi giorni fa contro il Milan.

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Così scrive Tuttosport.

DIFETTI. Il ritorno al 4-3-3 di Italiano ha complicato i piani ai biancocelesti, spegnendo gradualmente quel sogno di agguantare il secondo posto in classifica e negando la quarta vittoria consecutiva che a Formello manca ormai dal 2021.

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La partita di ieri è anche la dimostrazione che tra Lazio e Fiorentina non ci sono 4 gol di differenza, come da punteggio nella gara d’andata al Franchi, semmai ha certificato i difetti di fabbrica con i quali devono convivere i due allenatori.

La Lazio alla fine paga un rientro in campo molle dopo l’intervallo, stavolta nessun down mentale, giusto un serbatoio andato quasi subito in riserva. Perché anche dopo aver trovato il vantaggio con Casale (girata d’esterno destro sugli sviluppi di un corner), la formazione biancoceleste si è abbassata, lasciando il palleggio a una Fiorentina dominante tatticamente ma come al solito senza colpo ferire.

Fino a quando il mancino di Nico Gonzalez ha pescato l’incrocio, rimettendo meritatamente in carreggiata Italiano. I gol di Gonzalez, la qualità di Amrabat e Barak, oltre a due frecce ritrovate come Biraghi e Dodò, sono gli elementi da cui ripartire.


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