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La Fiorentina frena ancora, aggancio della Juve. Davanti c'è solo Kean

Il centravanti si sblocca dal dischetto, poi spreca troppo. E gli altri non segnano (quasi) mai. Così la Viola si inceppa

Non è stato il saluto casalingo al 2024 che la Fiorentina sperava. La Viola cade per la prima volta al Franchi - non succedeva da marzo contro il Milan – e incassa la seconda sconfitta consecutiva dopo quella di Bologna, proprio alla vigilia non di Natale ma della trasferta più sentita, e forse temuta, del campionato, a Torino con la Juve, che nel frattempo ha piazzato l’aggancio.

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Così scrive La Gazzetta dello Sport. SEGNALI. I segnali di allarme suonavano da un po’, la banda di Palladino era riuscita a tenerli bassi con qualche vittoria di misura e una fiammata europea troppo eclatante ed effimera. E l’impatto psicologico, oltre che tecnico, della vicenda Bove potrebbe avere un certo peso.

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Proprio la presenza di Edoardo a bordo campo, nella panchina aggiuntiva, sembra dare inizialmente una spinta prepotente alla squadra, che però si esaurisce presto. Troppo presto. Soprattutto contro un’Udinese che resta in partita, che col passare dei minuti trova soluzioni e alza la pressione.

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La squadra di Runjaic approfitta di un erroraccio di Ranieri per rientrare in partita ma poi se la prende, la partita, guidata da un meraviglioso Thauvin – giocate deliziose e gol del sorpasso inventato quasi dal nulla - e da Lucca che si spende nel lavoro sporco da centravantone old style ma pure lucido sotto rete.

La colpa della Fiorentina è di non aver dato seguito all’ottimo inizio. Magari perché le energie cominciano a scarseggiare. MANCATA REAZIONE. Mandragora e Gudmundsson sono le mosse di Palladino dopo l'1-2: il centrocampista diventa la fionda per i palloni lunghi, l’islandese invece non riesce a incidere perché la Viola comincia a esasperare la soluzione diretta.

Non la migliore idea perché i colossi difensivi dell’Udinese sono difficilmente superabili (anche i 10 calci d’angolo, 3 consecutivi nel finale, non producono: li prende tutti Lucca). Eppure le chance per il pareggio arrivano in ogni caso, solo che stavolta Kean non ha il killer istinct esibito finora.

Particolarmente grave il destro che scheggia il palo a porta spalancata, meno il ritardo su colpo di testa di Kouame condito da un’uscitaccia di Sava. E se Moise non consegna, il pacco-risultato non arriva, anche perché Sottil, Colpani, poi Kouame e Ikonè (che chiama Sava all’unica vera parata, ma tiro troppo centrale) non segnano mai o quasi in campionato.


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