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Juve, tempi lunghi per la giustizia italiana. La Uefa ha fretta: può squalificare i bianconeri per un anno

I bianconeri, al di là della penalizzazione in Serie A, può essere esclusa dalle coppe. Fatto grave, anche per il Fair Play Finanziario

Il tempo stringe. L’Uefa può aspettare l’Italia, ma non troppo. Ci sono le iscrizioni alle coppe. C’è da completare la lista delle squadre attese da preliminari, playoff e sorteggi estivi. C’è insomma una discreta fretta. Se i tempi dell’inchiesta sulle plusvalenze si allungheranno, Nyon non attenderà i nostri giudici ma deciderà autonomamente il destino della Juve con la sua inchiesta parallela.
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Certo la condanna dei dirigenti e la conferma del comportamento “antisportivo” non aiutano i bianconeri: il rischio è restare fuori dall’Europa almeno un anno. Vincere l’Europa League non cambierebbe niente per i giudici di Nyon, ma sarebbe fondamentale per non scontare un’eventuale squalifica tra due anni, allungando così il purgatorio.

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Poi arriverà il secondo filone d’inchiesta, quello relativo agli stipendi. E non parliamo della Superlega e della sentenza della Corte Ue attesa per giugno, scrive La Gazzetta dello Sport. RISCHIO SQUALIFICA. Se la Juve si dovesse qualificare in Europa per la prossima stagione, la Uefa potrebbe concedere tempo fino a fine luglio/inizio agosto per aspettare le conclusioni della giustizia italiana.

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Ma la Uefa sta svolgendo un'indagine parallela, ha già ricevuto tutti i documenti dalla Procura di Torino. Sta esaminando le carte processuali. A Nyon sono abbastanza ottimisti sul fatto che la decisione italiana possa arrivare entro fine giugno, ma se la giustizia italiana andasse a rilento, sarà allora la commissione del Fair Play Uefa a decidere.

La condanna dei dirigenti e l’antisportività sono acclarate. Ma dal punto di vista Uefa ci sarebbe altro. La Juve ha infatti patteggiato sul Fair Play perché era fuori dai parametri. Se l’inchiesta dovesse dimostrare che le cifre comunicate sono false, il patteggiamento non sarebbe stato concesso.

O forse non a quelle condizioni. Praticamente impossibile sfuggire a una punizione. Questo è un caso grave. Il Milan era fuori dai parametri. Psg e City hanno gonfiato i valori degli sponsor, ma le entrate erano reali. Qui si tratterebbe di bilanci falsi comunicati a revisori dei conti, azionisti, Figc, Uefa.

Lo spettro di una squalifica incombe. PROCESSO E SUPERLEGA. Un processo prevede due gradi di giudizio e poi il Tas, la Cassazione dello sport che ha spesso sorpreso con le sue decisioni. Ma non è finita. Ci sarebbe poi il secondo filone d’inchiesta, quello sugli stipendi.

E, soprattutto, la questione Superlega. Se la Corte Ue confermasse il parere dell’Avvocato generale Rantos, ci sarebbe libertà di organizzare una Superlega però incompatibile con la Champions. O l’una o l’altra. E quindi Juve, Real e Barcellona dovrebbero scegliere a quale rinunciare.


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