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Gauer, parole d'ordine 'rigore' e 'riforme'. Chi è l'arbitro per i fondi del Franchi

Braccio destro di Ursula Von Der Leyden, la dirigente francese è nota per il suo rigore. Deve evitare gli sprechi e fare attenzione alle spese sul Pnrr

Quando Ursula Von Der Leyden, presidente della Commissione europea, siede ai tavoli tecnici più importanti, quasi sempre accanto a sé conta sulla presenza di una dirigente che lavora nelle stanze di Bruxelles da ben 29 anni.
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Si chiama Céline Gauer, francese, riservatissima, ma con un compito che da due anni e mezzo la rende uno dei personaggi cruciali dell’intero continente

: è a capo della task force sulla Ripresa e Resilienza, è in altre parole l’arbitro incaricato di controllare la correttezza di progetti per 750 miliardi di euro, compresi quelli del Pnrr italiano.
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Amatissima dai governi dei cosiddetti «Paesi frugali» per il suo rigore, Gauer ora rappresenta lo spauracchio di chi teme di veder cancellata o ridimensionata un’opera da tanto tempo inseguita. Come nel caso del nuovo stadio Franchi, col sindaco Nardella che ha annunciato di volersi recare a Bruxelles per spiegare le proprie ragioni e che gioco forza dovrà confrontarsi proprio con lei.

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Così scrive il Corriere Fiorentino. Laureata in legge alla Sorbona nel 1994, dopo aver frequentato l’Istituto di Studi Politici di Parigi lo stesso anno Gauer sbarca alla Commissione europea, con ruoli via via sempre più importanti.

Prima nella tutela dei consumatori, poi all’antitrust, poi ai mercati energetici, fino a diventare fidata consulente dei commissari Jean Claude Juncker e Ursula von der Leyden. Gauer, che ebbe un ruolo di primo piano nel gestire gli interessi dell’Unione nella procedura Brexit, nel 2020 — col benestare della Germania che in quel momento era presidente di turno — è stata incaricata di valutare tutti i piani di ripresa e resilienza.

«Rigore e riforme» sono tra le poche parole d’ordine che abbia fatto trapelare in due anni e mezzo: da un lato, è incaricata di fare grande attenzione alla spesa e di evitare gli sprechi o le opere che non abbiano effettiva rilevanza sociale — è qui che rischia di incagliarsi il Franchi — dall’altro, deve affermare l’obiettivo fondamentale del piano di ripresa e resilienza, ovvero che le opere siano affiancate a una effettiva modernizzazione delle città, dei territori e delle amministrazioni pubbliche.

Una «giudice» tanto inflessibile rischia di rappresentare una montagna difficile da scalare.


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