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Galli: "Ingiusto giocare fuori 2 anni, sarà un'impresa fare risultati. A Bologna e a Genova..."

Il consigliere regionale ed ex portiere viola: "Al Franchi errore a monte, alla Scuola Marescialli servirebbero lavori molto costosi. Il nuovo stadio pagato anche dagli juventini"

Giovanni Galli, oggi consigliere regionale ed ex portiere della Fiorentina, ha parlato al Corriere dello Sport - Stadio del Franchi e di dove potrà giocare la squadra viola durante i lavori: «Il problema c’era da tempo e nessuno di noi ha mai avuto risposte finora.

Noi a Firenze, invece, ci si arriva in questo modo: tra “due giorni” si comincia a fare lo stadio e nessuno sa dove va la Fiorentina e come ci va. L’errore è stato fatto a monte, nel voler piccarsi che lo stadio della Fiorentina deve essere nel Comune di Firenze: questa è la chiave di tutto.

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E, insieme, perché l’amministrazione non si vuole sobbarcare i costi del “Franchi” se lo stadio nuovo viene costruito da un’altra parte». ALTROVE. «A Bologna, in una situazione per certi versi simile, ho letto che sarà realizzato uno stadio da ventimila posti nell’area “Fico” per accogliere la squadra rossoblù quando sarà il momento della ristrutturazione del “Dall’Ara”, che poi rimarrà e adeguato per la Primavera, la squadra femminile e così via. Qui si vuole portare la Fiorentina alla Scuola Marescialli, in un impianto al momento da settemila posti e in una struttura che per renderli usufruibili per le partite di Serie A avrebbero bisogno di lavori molto costosi, molto complessi e molto grandi: risultato, una zona di aggregazione quale è uno stadio a cento metri dall’aeroporto con rischi annessi e connessi.

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Tanto che per citare una situazione analoga a Genova hanno rinunciato a fare il nuovo impianto proprio perché sarebbe sorto a soli duecento metri dall’aeroporto Cristoforo Colombo». TRASLOCO INGIUSTO. «E’ ingiusto costringere la Fiorentina a giocare due anni lontano da Firenze: calcisticamente parlando, è un’abnormità disputare un campionato senza mai avere la possibilità di misurarti nel proprio stadio.

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Per me entrare al “Franchi”, allora Comunale, voleva dire entrare dentro casa mia, l’avversario era l’ospite e io avevo quella forza interiore che deriva dall’essere in casa mia, protetto e sicuro. Faccio fatica a pensare al dodicesimo uomo, come sono la Curva Fiesole e il pubblico a Firenze, sempre in trasferta e se l’obiettivo è giustamente fare “calcio che conta” per la Fiorentina raggiungere certi risultati diventerà un’impresa.

Io so che i soldi che saranno spesi per il nuovo “Franchi” sono soldi nostri, sono soldi stanziati per la comunità che i cittadini dovranno restituire. E allora, come unico motivo non di consolazione, mi concedo una battuta: anche un tifoso juventino contribuirà alla costruzione del nuovo stadio della Fiorentina».


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