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Franchi, caccia a un piano B con i fondi statali. Nardella va avanti: ipotesi prestito

Il Governo potrebbe contribuire dopo il no della Commissione Ue, ma Roma teme di creare un precedente. Difficile coinvolgere la Fiorentina

Il Governo adesso dovrà muoversi in fretta per trovare una soluzione al caso degli stadi.

Firenze e Venezia infatti aspettano i finanziamenti negati dall’Europa per portare a termine i loro progetti: dal Governo fanno sapere che le opzioni sul tavolo, per aggiungere i famosi 55 milioni, sono varie e che ogni ipotesi (una è l’utilizzo dei fondi del Piano nazionale complementare) sarà vagliata.

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Da Roma però emergono anche dubbi sull’opportunità di staccare altri assegni pesanti per finanziare progetti legati allo sport: secondo una corrente di pensiero interna al governo infatti, si creerebbero pericolosi precedenti che molti Comuni italiani potrebbero sfruttare per chiedere a loro volta finanziamenti.

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Nardella insisterà «sull’unicum» del Franchi,

uno stadio-monumento studiato sui libri di architettura, finito addirittura sui nostri passaporti e per questo intoccabile in molte sue parti. Così scrive il Corriere Fiorentino. TRA GOVERNO ED EUROPEI.

Il Ministero della Cultura, che allora era Dario Franceschini del Pd,

aveva destinato alla riqualificazione 95 milioni di euro (poi diventati oltre 120 per il caro-costi). Nel frattempo il governo è cambiato, e con esso l’aria intorno al Franchi, tanto che lo stesso Fitto ha più volte sottolineato che la scelta di inserire lo stadio nei Piani Urbani del Pnrr «è stata del governo Draghi».
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Per la premier Meloni così, negare i soldi al Franchi potrebbe diventare un ulteriore modo per smarcarsi da Draghi. Una mano a Nardella potrebbe comunque darla il ministro dello Sport Andrea Abodi, che ha parlato del restyling del Franchi come di «una iniziativa di grande valore».

L’Italia per altro è ufficialmente candidata all’Europeo 2032 (la scelta dell’Uefa è attesa in autunno, ma la favorita resta la Turchia) e il Franchi è stato inserito tra i 10 stadi che ospiterebbero le partite. PRESTITO DAL CREDITO SPORTIVO.

Nei prossimi giorni comunque, tra ministro e sindaci sono in programma diversi colloqui sul tema: la partita insomma è ancora tutta da giocare. In piedi, almeno teoricamente, c’è anche l’ipotesi di ribussare alla porta europea, per far rientrare il Franchi nei finanziamenti del Fondo di coesione, nato per favorire progetti legati all’ambiente e ai trasporti.

Arrivassero altri no, Nardella andrebbe comunque avanti. I tempi infatti non cambiano (sono legati al 2026 anche i finanziamenti del Mibact), tanto che entro il 31 luglio Palazzo Vecchio affiderà i lavori di ristrutturazione.

Senza soldi statali però, a Nardella non resterebbero che due strade: riprovare con Commisso oppure chiedere un prestito. In quest’ultimo caso per altro potrebbe rientrare in gioco proprio Abodi: l’attuale ministro infatti è stato anche il numero uno del Credito Sportivo, la banca romana che finanzia gli impianti italiani.

Il prestito ovviamente sarebbe solo l’extrema ratio, ma a guardar bene non certo l’ipotesi meno probabile.


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