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Fiorentina incredibile, ricominciamo! Dalla Lazio alla Lazio: è una rinascita

Grinta, carattere e forza fisica e mentale: squadra trasformata rispetto alle ultime gare. Gran primo tempo, sofferenza nel finale

Come scrive La Nazione, la Fiorentina bella, concreta e vincente che non si vedeva da troppo tempo è ricomparsa contro la Lazio. E la si è vista per la verità nel primo tempo, quando un l’uno-due firmato Adli-Beltran ha confezionato una vittoria che riaccende sogni e cancella la bufera delle ultime settimane.

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Gran primo tempo, ma una ripresa da film di Dario Argento con la Lazio che ha fatto di tutto e di più per ricacciare i viola nel baratro. Palladino prova l’assalto alla Lazio puntando su una manovra offensiva a sorpresa. Ci sono sia Gud, sia Beltran a supporto di Kean.

Il gioco viola è propositivo, a tratti coraggioso. Gud sembra (finalmente) in serata e dopo una decina di minuti fa partire l’azione del vantaggio. Palla a Gosens che dalla linea di fondo mette in mezzo per Adli. E per lo 0-1.

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Bastano così altri cinque minuti per il raddoppio. Altra bella azione. Folorunsho vince il duello con Pellegrini, innesca Dodo che mette al centro per la testa di Beltran: gol. Il palo (33’) nega la festa a Gud che in acrobazia avrebbe in chiuso la partita.

Nella ripresa l’intensità di gioco della Lazio è diversa rispetto alla prima parte del match e la Fiorentina è costretta ad arretrare e coprirsi. La partita si fa nervosa. E la serata di Adli finisce con un cartellino rosso: prima ammonizione perchè il giocatore prende tempo al momento di lasciare il campo per la sostituzione.

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Secondo giallo per un pallone scagliato in tribuna in reazione al primo cartellino. A seguire palo (fortunoso) della Lazio con Castellanos. Siamo al 92’, in pieno recupero, quando gli assalti biancoceleste cambiano il risultato: gol di Marusic e Fiorentina che inizia a tremare.

Scintille e tensione con l’arbitro che perde il controllo del match: espulso Baroni. E un secondo dopo parata show di De Gea su Marusic. Il match finisce con l’espulsione di Palladino. Anzi no: con un palo da incubo di Pedro al 98’.


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