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E' tornato il vero Milenkovic. Con lui la Fiorentina ha una marcia in più

Il serbo, dopo un inizio di stagione deludente, sta tornando ai suoi livelli. E in Conference ha trovato pure il gol

Aveva pensato a lungo a come festeggiare a dovere le sue prime 200 presenze con la maglia della Fiorentina. E alla fine Nikola Milenkovic ha scelto di farlo nel modo più naturale possibile. Ovvero segnando. Dote che il serbo - pur essendo per ruolo un giocatore con ben altre priorità - ha via via affinato nel corso degli anni.

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Riuscendo già nel 2020 a diventare il centrale con almeno dieci reti all’attivo più giovane nei top-5 campionati europei. Scrive il Corriere dello Sport-Stadio. Logico dunque che, quando per i viola la posta in palio inizia ad alzarsi, entrino in gioco anche tutti e 195 centimetri del difensore.

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Che con la rete del momentaneo 2-1 sul campo del Sivasspor ha idealmente messo la parola fine non solo al discorso qualificazione. Ma anche a un periodo per lui piuttosto complicato. Tra infortuni, lenta ripresa e, prima ancora, un rendimento non in linea con le sue reali potenzialità.

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CHE ABBRACCIO

C’è una persona che però, anche davanti a qualche leggerezza di troppo o a una marcatura più leggera del solito, non ha mai smesso di credere in Milenkovic. Ed è Vincenzo Italiano. L’uomo che l’ex Partizan è andato ad abbracciare in panchina dopo aver fatto centro nella sfida di Conference League.

Un gesto simbolico. Che tuttavia tradisce quello che tra i due è ormai diventato un rapporto di profonda stima reciproca. Mai venuto meno anche nei momenti di difficoltà. Per averne conferma basta tornare al mese di settembre.

Quando dopo il primo infortunio stagionale del difensore nella gara contro la Juventus, il tecnico si sfogò in questi termini: «Con lo stop di Nikola, perderemo per chissà quanto tempo il giocatore più forte della rosa». Facile, dunque, capire quale sia il pensiero dell’allenatore sul numero 4.

E anche, di conseguenza, quale sia stato il suo sostegno psicologico nel periodo in cui il serbo è rimasto ai box (nelle gare con Verona e Milan).

CON LA MENTE

Ed è proprio sulla testa che Milenkovic in questi mesi ha sempre scelto di lavorare. Sulla concentrazione e la mentalità con cui approcciare le partite, grazie anche al sussidio di un mental coach. Non è un caso che quando il difensore entra in campo in ogni pre partita scelga sempre di chiudere gli occhi ed isolarsi dal mondo.

Per pensare a quello che lo aspetterà di lì a poco. Ovvero una nuova armatura da indossare. E l’ennesima battaglia da vincere.


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