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Dal Lecce al Verona, 42 giorni dopo nuovo ritiro e altre riflessioni. Con l'incubo B sempre più concreto

Due punti in cinque partite di campionato per Vanoli, squadra di nuovo al Viola Park. Situazione sempre più drammatica

«Abbiamo toccato il fondo», aveva detto Vanoli dopo Reggio Emilia. Il problema è che per questa Fiorentina il fondo non arriva mai. C'è sempre sotto qualcosa, un sottoterra in cui scavare. E così anche l'ultimo barlume, o almeno quello che sembrava l'ultimo barlume di una speranza sempre più ridotta al lumicino, se n'è andato sotto i colpi mitologici di Gift Orban, entrato dalla panchina per castigare due volte Ranieri e compagni. Ultima contro penultima, in tanti pensavano potesse essere l'occasione giusta per arrivare finalmente alla prima vittoria in campionato, dopo il successo in qualche modo contro la Dinamo Kiev in Conference. La partita perfetta per ripartire. Niente.

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8 PUNTI ALLA SALVEZZA. Sempre peggio. I 6 punti restano 6 punti, dopo 15 giornate. Si aggiornano i record negativi, le squadre che con questi punti e senza mai vincere a questo punto della stagione non si sono mai salvate, eccetera eccetera. Ora i punti di distanza dal quart'ultimo posto sono 8. Mica pochi per chi deve ancora capire come fare a vincere una partita. Almeno contro avversarie che per lo meno corrono e sanno stare in campo, in Conference il compito è stato agevolato dal livello delle rivali. Tant'è, dal Lecce al Verona, 42 giorni dopo arriva un'altra sconfitta pesantissima in uno scontro diretto salvezza. Nuovo ritiro punitivo fino a data da destinarsi, nuove riflessioni in corso.

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DOPO 42 GIORNI. All'epoca, 2 novembre, l'esonero di Pioli sembrò fin da subito scontato. Tra l'altro sembrava una decisione 'facile' per cambiare la rotta in fretta. In tanti, se non tutti, pensavano che con un cambio di allenatore, magari con un tecnico che usasse più il bastone che la carota, potesse esserci una svolta repentina. Potessero venir fuori valori teorici celebrati qualche mese prima. Potesse cambiare qualcosa nella testa dei giocatori, nell'assetto tecnico e tattico in campo. Niente. La Fiorentina era ultima con 4 punti in 10 partite un mese e mezzo fa (e la salvezza distante 2 punti), ora è ultima con 6 punti a 8 lunghezze di distanza da Cagliari, Parma e Genoa appaiate al quart'ultimo posto. Proprio la situazione del Grifone è emblematica: De Rossi è subentrato in contemporanea con Vanoli, ma i rossoblù hanno saputo subito svoltare. Qui no, niente e nessuno è riuscito a cambiare qualcosa.

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COME SI VA AVANTI? Vanoli ha ripercorso tante scelte già fatte dal predecessore, dal punto di vista tattico e tecnico. Ha cambiato il modo di comunicare, di rapportarsi con i suoi giocatori. Ma non è servito a modificare lo status quo. Anzi, la situazione è pure peggiorata in Europa se vogliamo. Il bilancio di Vanoli, tra campionato e Conference, parla di una vittoria (giovedì con la Dinamo Kiev), due pareggi (con Genoa e Juventus) e quattro sconfitte (Atalanta, AEK Atene, Sassuolo e Verona). Ora sono tutti riuniti al Viola Park, allenatore, squadra, dirigenza. Non è dato sapere se ci saranno «scelte drastiche» annunciate una settimana fa e mai arrivate, se ci sarà qualche presa di posizione, qualche assunzione di responsabilità. Riportare alla luce tutto quanto detto e proferito da casa viola nelle ultime settimane del resto è perfino superfluo.

CHI PUO' RIBALTARE IL DESTINO? Basta il campo, che ha raccontato di un altro scontro diretto perso malamente, di una squadra per larghi tratti ferma, spaesata, in preda alle solite paure e alla solita confusione. Di un portiere che commette errori incredibili per uno della sua caratura, di un capitano che lascia l'uomo a metà campo mentre si attacca, di un centravanti che non sa più segnare, di uno stadio che ha trascinato la squadra nonostante tutto e tutti, finendo però logicamente per esprimersi con bordate di fischi e un "Fate ridere" a fine partita. Mentre la Ferrovia restava significativamente in gran parte vuota al 95'. La situazione è sportivamente sempre più drammatica. L'incubo Serie B si fa sempre più concreto, visto che nessuno ha idea di come riuscire a ribaltare un destino che pare segnato. 


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