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Dai fischi ai cori: ora i tifosi viola sognano la doppia impresa di coppa

Sì in questa stagione ci sono stati anche i fischi, giusti quando le cose non andavano. Ora i tifosi sognano in grande

Più che una richiesta, una vera e propria celebrazione del lavoro dell’allenatore. Al fischio finale della gara con il Lech Poznan di giovedì scorso, il coro dei tifosi viola ha sovrastato anche il brusio rumoroso dei sostenitori di casa.

E poco importa se il tecnico della Fiorentina confesserà in sala stampa di non aver «sentito nulla». «Italiano portaci in finale» ha cantato a squarciagola il settore ospiti. Scrive il Corriere Fiorentino. Colonna sonora sui titoli di coda che hanno chiuso la prima delle due sfide di Conference contro il Lech.

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Che avvicinano la Fiorentina alla semifinale di Conference League. E quindi al sogno di tornare ad alzare un trofeo dopo 22 anni di astinenza. L’ultimo fu la Coppa Italia strappata al Parma nel 2001 dopo il gol sotto la Fiesole di Nuno Gomes.

Come a Sivas, e come a Braga, la Fiorentina in versione europea vola, ha segnato quattro reti che in un attimo hanno cancellato dal volto dei tifosi la stanchezza di un’altra trasferta a quasi 1.500 Km da casa

Ai tifosi in fondo basta poco. La Fiorentina che gioca bene, che affronta a viso aperto gli avversari e, possibilmente, che segna per vincere le partite. I malumori delle settimane scorse insomma sembrano lontani anni luce. Italiano in inverno si era più volte lamentato dei fischi del Franchi.

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Mentre Commisso era addirittura arrivato a definirli «porcherie». Colpa ovviamente di un clima di sfiducia generale nato dalla classifica scivolosa (la Fiorentina prima di Verona rischiava addirittura di doversi guardare le spalle).

E di quell’inizio flop di 2023 dove i viola — già in ritardo in classifica — hanno vinto solo col Sassuolo e perso in casa sia con Torino che con Bologna. Pareva un anno da buttare insomma e invece tutto è cambiato, nei risultati e nell’umore dei tifosi.

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Che anche a Poznan hanno fatto a a gara per stare vicino alla squadra. Il grosso della tifoseria in Polonia è arrivato a ridosso del fischio d’inizio. Dopo un’ultima tratta da Berlino dove molti avevano deciso di trascorrere la vigilia della partita.

Con loro anche chi aveva scelto altri aeroporti come Varsavia o Breslavia. E chi ha attraversato mezza Europa in pulmino. Tutti con la speranza, poi diventata certezza, di poter continuare una cavalcata in Conference League. La coreografia disegnata da oltre 20mila polacchi si era presa inizialmente la scena.

Ma è bastato poco a riscaldare il cuore i fiorentini: appena 4 minuti, poi il tap-in di Cabral dopo il palo di Nico Gonzalez ha dato il via alla festa nel settore ospiti. Quando Nico ha raddoppiato a cantare sono stati di nuovo i viola.

Sempre più convinti a quel punto di potersi vivere un’altra serata di gloria europea. Poi la ripresa, giocata davanti allo spicchio che ospitava i 500 arrivati dall’Italia. E l’uno due firmato Bonaventura-Ikonè che ha chiuso il match.

Al fischio finale il pensiero è corso al pari tra Basilea e Nizza. Ma c’è anche chi già s’informa sui voli per Praga. Perché la finalissima (in programma il prossimo 7 giugno), con questa Fiorentina, non è più un’utopia.


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