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Conference e campionato: doppia caccia per l'Europa. Entrambi i percorsi sono difficili

La Fiorentina ha l’obbligo di provarci: il sogno resta sempre l’Europa League

Pur celandoli da abile temporeggiatore, scrive La Nazione, è evidente quelli che sono i target di Palladino per il finale di stagione: migliorare il posizionamento dello scorso anno (diktat più volte ribadito dalla proprietà) e fare più punti rispetto al girone d’andata.

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E a conti fatti viene da pensare che il traguardo minimo che Ranieri e soci puntano a centrare sia quello dei 65 punti, ovvero il doppio (abbondante) delle lunghezze attenute prima del giro di boa senza contare il recupero con l’Inter: un totale che, prendendo in esame le ultime cinque stagioni, ha garantito il 6° posto e dunque l’Europa League, ovvero ciò che - a fari spenti - è il grande sogno all’interno del Viola Park.

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Per centrare il suo obiettivo, la Fiorentina ha due sole strade: mantenere con le unghie e con i denti il sesto posto che fin qui la sta premiando oppure dare priorità alla Conference. Un trofeo che, se vinto, garantirebbe ai viola l’accesso all’Europa League nella prossima stagione.

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Optare per l’una o l’altra cosa potrebbe rivelarsi pericoloso però è pur vero che ad ogni torneo corrispondono pro e contro: la Serie A vede la Fiorentina in vantaggio negli scontri diretti con Lazio e per ora Milan e Roma (con le sfide di ritorno con Juve e Bologna che saranno in casa) ma è un percorso a tappe che contempla ancora 13 partite mentre la Conference è un torneo più «breve» che tuttavia nasconde l’insidia della favoritissima Chelsea, possibile incrocio già in semifinale.

Vale davvero la pena scegliere?


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