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Certezza Mandragora: che personalità sul rigore. Per Palladino sempre più importante

Leader silenzioso, in campo e nello spogliatoio. Palladino lo sta utilizzando tanto nelle ultime settimane

Si è presentato dagli undici metri a sorpresa, spiazzando tutti, forse anche i compagni, Moise Kean in primis. La palla più pesante della serata - almeno fino a quel momento - se l'è presa invece Rolando Mandragora, che con un piattone mancino in buca d'angolo (pallone da una parte, Sommer dall'altra) ha silenziato i settantamila di San Siro senza neanche spettinarsi il ciuffo: è il momento più luminoso di un calciatore abituato ad agire nell'ombra.

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Così scrive Il Corriere dello Sport - Stadio. CERTEZZA. Lo ha fatto anche ieri sera al cospetto del miglior centrocampo d'Italia. In pressione su Barella, Mkhitaryan, poi su Frattesi, a correggere anche gli errori di un Richardson tutt'altro che d'aiuto, infine ultimo baluardo nell'assalto finale dei suoi.

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Ha corso spesso all'indietro, come tutta la Fiorentina, ma si è proposto anche in area quando da difendere c'era ben poco. Ottanta minuti, nel complesso, di abnegazione totale alla causa, per una delle certezze di questa nuova Fiorentina versione 2025.

PRIMA VOLTA. Prima di quello calciato sotto la Curva Nord a San Siro le uniche due volte in cui aveva posizionato il pallone sul dischetto il contesto era ben diverso: si trattava di Coppa Italia stagione 2021/21, col Torino, una rete contro la Samp e un errore al turno precedente contro la Cremonese.

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Pur avendo gran sensibilità di calcio, Rolando Mandragora non è certo un habitue di certe circostanze. Primo rigore realizzato in Serie A, in quella situazione e con quella freddezza. Anche questo significa leadership, prendersi responsabilità quando più conta.

Un azzardo che ha pagato; una situazione che ha reso ben chiara l'importanza di uno come Mandragora nell'ecosistema viola. TRA I LEADER. Quattro partite da titolare da inizio campionato a fine 2024, sei da gennaio in poi. La sua scalata nelle gerarchie non si può spiegare solo con i problemi fisici di Adli e Cataldi.

Prima di ieri sera, aveva segnato due volte in Conference, ma l'ultima rete (a Guimaraes) era valsa il pari in Portogallo e il conseguente passaggio agli ottavi. Ora è un nuovo leader in uno spogliatoio orfano dei senatori del ciclo-Italiano.

Non a caso, lui, Ranieri e Dodo sono gli unici reduci (assieme a Terracciano).


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