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Castro e Kean, strade diverse per il gol. Tra killer instinct e giocate per i compagni

Tredici gol per il viola, più assist che reti per il 2004 argentino: centravanti puro il primo, attaccante atipico il secondo

Centravanti diversi. C’è modo e modo di intendere il ruolo e la gara di oggi tra Bologna e Fiorentina metterà in luce due dei principali interpreti di scuole diverse. Da una parte il prototipo della punta centrale con una missione in testa, segnare.

Moise Kean punta la porta: che sia dentro o fuori area, centrale o defilato, semi libero o raddoppiato poco importa. Il suo obiettivo resta calciare e possibilmente esultare, scrive La Repubblica. KEAN. Moise in passato ha anche giocato esterno o seconda punta, come ha ipotizzato Spalletti per vederlo in coppia con Retegui, ma l’indole mostrata a Firenze è chiara ed a costo di passare a volte per egoista Kean segue l’istinto.

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L’inizio di stagione è stato stratosferico. Diciotto partite, tredici reti: che potevano persino essere di più tra il rigore sbagliato con il Milan e qualche altra occasione. CASTRO. A Bologna nel frattempo si coccolano il proprio giovane talento.

Castro ha quattro anni in meno (classe 2004) e una qualità tecnica indiscussa. Fa gol certo, sono 5 quelli stagionali tra campionato e Coppa Italia. Ma adora in egual modo mettere i compagni nella condizione di fare altrettanto.

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Sono infatti addirittura di più gli assist (6). Arrivato nel gennaio del 2024 per 15 milioni, ha già visto crescere il proprio valore e la sua carriera è appena all’inizio. Svaria, corre, si fa vedere anche sulla trequarti lasciando a volte l’area di rigore aperta per i compagni.

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Interpretando il ruolo in maniera diversa rispetto al “ collega”.


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