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Cabral, questione di feeling così ha saputo conquistare Firenze

L'attaccante brasiliano ci ha messo quasi un anno ma ora il feeling con Firenze sembra definitivamente sbocciato

Pomeriggio di aprile, le giornate si sono allungate ma ancora il caldo non è arrivato. Niccolò, undici anni, dopo aver fatto i compiti gioca a calcio con gli amici, bambini e ragazzi delle elementari e delle medie, nel campetto che conosce come le sue tasche, quello di piazza Tasso in San Frediano.

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A un certo punto nota dei ragazzi più grandi. I classici guastafeste pensa, quelli che ti vengono a prendere il campo e non ti fanno più giocare. Scrive la Repubblica. Invece, dietro una felpa nera e un cappellino che oscura il viso scopre che si nasconde uno dei suoi idoli, l’attaccante della sua Fiorentina, quello per cui ha esultato la sera prima, Arthur Cabral.

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Niccolò non sta più nella pelle, chiede di fare due palleggi, Cabral accetta e in un attimo dall’Oltrarno l’attaccante viola si sente riportato indietro nel tempo. Quando da piccolo giocava per strada a Campina Grande in Brasile.

Dai palleggi si passa alla partitella, Arthur sta in porta ma non disdegna qualche tunnel, gioca per quasi mezz’ora, prima di salutare tutti con foto, autografi e tanti sorrisi.

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