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Brekalo 2, la rivincita. Quella promessa fatta al padre ex calciatore

Il padre di Josip era un giocatore, ma fu richiamato alle armi per la guerra civile jugoslava. Ora il classe '98 vuole fare la differenza in viola

Dice di giocare anche per una sorta di riscatto familiare. Il padre, nei primi anni ‘90, era infatti un promettente calciatore bosniaco già selezionato nelle nazionali giovanili. A 21 anni però fu richiamato alle armi nel pantano della guerra civile jugoslava.

Una ferita e la sua storia col calcio finì lì. «Da allora - ha raccontato il figlio - ha trasmesso la sua voglia di giocare a me. Mi ha sempre sostenuto ed è come se attraverso di me anche lui fosse riuscito a diventare un calciatore».

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Nato a Zagabria, da ragazzo grazie alla sua velocità aveva iniziato con l’atletica e il suo allenatore, Slavko Petrovic, giura che se avesse continuato, oggi sarebbe un brillante velocista. Ma ad attirarlo non era la pista, piuttosto il pallone.

Così si presentò alle giovanili della Dinamo Zagabria dove restò per nove anni prima che il Wolfsburg lo notasse, scrive La Nazione. SCELTE. Ala con una buona propensione all’assist e al gol (in 98 partite con la maglia verde ne ha segnati 16) la Fiorentina lo aveva già messo nel mirino due anni fa, insieme a Milan, Napoli e Lazio.

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A spuntarla fu però il Torino, che nell’ultimo giorno di calciomercato ne ottenne il prestito. Un colpo. Tutti in granata ne avrebbero voluto la conferma. Fu lui a dire no. Con l’idea che per giocarsi il Mondiale sarebbe stato meglio far ritorno al Wolksburg.

Una scelta sciagurata. Col nuovo tecnico Niko Kovac il feeling non è mai scattato. Così oggi Josip, per soli un milione e mezzo di euro, è diventato un giocatore viola. «Là davanti è il più freddo di tutti», ha detto mister Italiano.

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Che ora può sfruttarlo per il finale.


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