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A difesa del gruppo e delle proprie scelte: la strada della Fiorentina. Ora tocca a Italiano

Nessun centravanti cercato, difese le scelte fatte negli ultimi mercati. Pradè ha spiegato i motivi, ora tocca all'allenatore

Non lascia. Anzi. Raddoppia. E pazienza se le scommesse estive (o quelle del gennaio scorso) ancora non son state vinte.

Da Jovic a Cabral, passando Ikonè, Mandragora, Barak e per un gruppo che, pur attraverso tante difficoltà, si ritrova ancora in corsa su tutti i fronti. Aveva due strade, la Fiorentina. Sfruttare il mercato di gennaio per abbandonare la via dell’incertezza e inserire qualche solidità in più oppure difendere la squadra, le proprie scelte, e sperare di passare all’incasso a fine stagione.

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Al bivio, la società ha preso con decisione la seconda via, scrive il Corriere Fiorentino. DIFESA DEL GRUPPO. "Il nostro pensiero è sempre rivolto a migliorare — ha detto ieri Pradè ma farlo a gennaio è difficile. Basta pensare che in questo mercato in Italia sono stati spesi 32 milioni, e circa 8,5 li abbiamo messi noi".

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Il riferimento è ai soldi investiti per riscattare Barak con sei mesi di anticipo, e a quelli girati alla Sampdoria per l’acquisto di Sabiri. Su Barak: "Abbiamo voluto dargli tranquillità. Se lo merita per quello che ha fatto, e noi siamo orgogliosi di avere tanti ragazzi così seri".

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Eccola, la «filosofia». Difendere il gruppo, cercare di dargli sicurezze, sperando che serva a dargli la spinta per una volata che tra campionato, Conference League e (soprattutto) Coppa Italia può ancora regalare grandissime gioie.

TOCCA A ITALIANO. Un all in. Un rischio, forse. Soprattutto pensando alle difficoltà offensive che tante, troppe volte hanno tarpato le ali ai viola. "Non abbiamo mai cercato attaccanti. Le punte sono particolari, devi crederci o no e noi crediamo in Jovic e Cabral.

Hanno fatto comunque 15 gol in due in metà stagione e, anche se speriamo che possano dare ancora di più, abbiamo anche giocatori come Kouame e Nico che possono adattarsi". Toccherà ora ad Italiano. Chiamato, ancora una volta dopo il capolavoro dell’anno scorso, a portare la Fiorentina oltre i propri limiti.


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