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Viola Park, per la Fiorentina nessuna difformità. Barone: "I ritardi ricadono sugli incassi dei lavoratori"

Secondo La Nazione la Fiorentina ribadisce che non ci sono difformità rispetto ai progetti iniziali. Casamonti: "Tempi della burocrazia folli"

Si parla di Viola Park su La Nazione. Lo slittamento dei tempi (l’apertura al pubblico era prevista in questi giorni) si è avuto come detto in estate con i progettisti che avevano intrapreso il percorso di deroga (gestito dalla commissione provinciale pubblico spettacolo, istituita presso la prefettura) anche se la Fiorentina ribadisce di «non aver fatto nessuna difformità rispetto al progetto iniziale».

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Un percorso burocraticamente non snello tanto che da un paio di settimane la palla è ripassata al Comune di Bagno a Ripoli che, per ammissione della Fiorentina, sta collaborando in maniera costruttiva e costante. Mancherebbero però ancora parte delle documentazioni per piccoli accorgimenti utili alle sanatorie.

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NORME. E mentre al dg Joe Barone dispiace che «questi ritardi ricadano sugli incassi dei lavoratori che avevano in appalto alcuni servizi nel Viola Park come quello di ristorazione», il mantra di tutti è fare il prima possibile e bene tutto quello che serve perché il Viola Park – con i suoi dodici campi regolari, due piccoli stadi, più dodici padiglioni, una settantina di uffici, 400 parcheggi, venti sale riunioni, 75 camere oltre a ristoranti, bar e centro medico – si apra ai tifosi con tutta la sua filosofia intatta che, come dice Casamonti,«non ha eguali».

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«In Italia – rimarca l’architetto – le normative sono vetuste e i tempi della burocrazia folli» questo perché «nonostante tutti i soggetti in campo, dal Comune di Bagno a Ripoli alla Soprintendenza, dal Genio Civile ai Vigili del fuoco meritino i nostri complimenti per lo sforzo e la collaborazione messi in campo, la parcellizzazione dei compiti dei vari enti non ha eguali in altri Paesi e questo allunga i tempi».

 


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