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Viaggio nel miracolo Fiorentina: le mosse di Palladino che hanno trasformato la squadra

Le mosse vincenti del tecnico gigliato: da Gosens terzino a Bove jolly

Come scrive La Nazione, la Fiorentina di Palladino gioca bene, perchè davvero il gioco viola è piacevole e tutto da gustare. Segna a raffica e i 15 gol nelle tre partite in otto giorni sono l’esatto certificato di garanzia. Corre verso l’alta classifica e può (giustamente) permettersi il lusso di sognare la Champions che verrà.

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Eppure... eppure, un mesetto fa tutto pareva diverso. Quasi compromesso. Ma Palladino, giura chi gli sta vicino, aveva comunque quello sguardo. Sereno e allo stesso tempo furbetto. La ragione l’ha rivelata lui stesso, l’altra sera, dopo la goleada-show alla Roma.

«Ero sicuro che saremmo arrivati. Vedevo i ragazzi in allenamento e sapevo che avrebbero raggiunto questo», a sottolineatura del tecnico, con evidente orgoglio. E allora vediamo dove Palladino si è inventato questa Fiorentina bella, prepotente e sognatrice.

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LA DIFESA. Non era facile rinnegare il modulo a tre, ma lui lo ha fatto. Niente ’talebanismi’ tattici, ma tanta duttilità. Accompagnata anche da una scelta affatto facile: strappare Gosens dalla mediana offensiva e per farlo partire da dietro.

Dal basso. Ci volevano decisionismo e personalità per convertire Gosens. BOVE JOLLY. Punto secondo: Palladino ha studiato Bove sul campo e ha capito e deciso che un giocatore con le sue doti non può essere imbrigliato in una posizione obbligata.

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E allora perché non farlo partire come esterno alto ma con la licenza di poter andare poi ovunque? Ecco così sfruttata la genialità di Bove che tatticamente lo vedi sì in linea con Beltran e Colpani, ma poi sa diventare uomo in più nella fase di copertura e uomo in più anche in quella di finalizzazione.

IL TIMBRO SU KEAN. E qui Palladino gioca e ha giocato facile. Perché? Moise era l’attaccante che lui voleva. Che ha chiesto alla Fiorentina al momento di accettare di sederne sulla panchina. Kean era il centravanti, potente e geniale, che Palladino avrebbe voluto allenare e avere a disposizione per far correre la sua Fiorentina.

Farla correre forte.


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