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Stadio Franchi, la vittoria di Funaro e la mano di Commisso

La sindaca ha gestito la prima 'patata bollente' sullo stadio riavvicinando Commisso. Il presidente viola lascerà un'impronta anche sul Franchi

Una è la proprietaria. L’altro l’unico e insostituibile affittuario. Era inevitabile che alla fine si mettessero d’accordo su come gestire la ristrutturazione, costosa, lunga ma necessaria per ammodernare una struttura d’epoca, gloriosa ma fatiscente e non più adatta ai tempi.
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Da tempo. Era inevitabile, ma non era scontato. Per questo la stretta di mano di venerdì tra Sara Funaro, sindaca di Firenze, e Rocco Commisso, proprietario e presidente della Fiorentina, segna una svolta: la città dovrebbe (al condizionale, non si sa mai) avere finalmente uno stadio all’altezza, scrive il Corriere Fiorentino.

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FUNARO E ROMA. La stretta di mano del Viola Park può essere definita come il primo vero atto da sindaca di Funaro, uscita vincente da una situazione potenzialmente pericolosa. Vero che la tavola era già apparecchiata, ma non era scontato che il menu piacesse all’unico possibile invitato, che per anni, indispettito dalla burocrazia italiana, aveva proclamato «per il Franchi nemmeno un penny».

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E adesso invece eccoli insieme, pur senza foto di rito, a lavorare fianco a fianco per il restyling dell’ex Comunale. Dopo aver rassicurato Commisso sul fatto che «per i 55 milioni che devono arrivare da Roma ci penso io» Funaro dovrà convincere anche il Governo su quali progetti operare la partita di giro per travasare i quattrini prima promessi, poi ritirati, infine di nuovo ventilati.

Le parole del ministro dello Sport Andrea Abodi sono state una grande apertura nei confronti di Palazzo Vecchio, e la bozza di accordo con la Fiorentina può essere carburante per velocizzare l’operazione. ANCHE LO STADIO. E poi valutazione politica su Commisso: magari i tempi non saranno quelli che avrebbe desiderato lui, che in 28 mesi ha tirato su dal nulla un gioiello come il Viola Park e che sperava di fare lo stesso con lo stadio, però alla fine si ritroverà con un Franchi in concessione e quindi di fatto di proprietà per i prossimi 49 anni, con un esborso di 50-60 milioni.

E sia i detrattori sia gli estimatori dovranno riconoscere che il tycoon italo-americano verrà ricordato come il presidente che ha regalato alla Fiorentina una casa, un centro sportivo avveniristico e almeno una parte di nuovo stadio.


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